BASA

322 G. Talamo di grande interesse per chi studia la trasformazione del regno sardo du– rante il decennio cavouriano . Del resta che l'a tteggiamento della magistratura fosse estremamente polemico nei confronti della politica ecclesias tica dei vari governi succe– dutisi dopo la concessione della Statuto, risulta non soltanto dalla sen– tenza del 9 marzo 1855 ma anche da al tü fatti ; ad esempio, dal prosciogli– mento in camera di consiglio, nel novembre 1853, di don Marguerettaz, parroco di Donnaz· L'istruttoria aveva accertato che l'accusato era il capo di un partita nettamente contrario al governo e che nelle sere dell'll e del 20 novembre '53 si erano riunite nelle stalle del suo convento un certo numero di persane annate , ma sulla base di alcune testimonianze che asserivano quelle adunanze « non avere altro scopo che la difesa del don Marguerettaz qualora si fosse tentetto il suo arresto », un'ordinanza della camera di consiglio aveva dichiarato il non luogo a procedere. Resterebbe ora da chiedersi, al di là del processo e dell'accertamento delle relative responsabilità dirette o indirette, quale fu il motiva che spinse qualche migliaio di valligiani ad insorgere contra il governo di To– rino e diversi municipi con le relative guardie nazionali a far causa co– mune con loro. Una risposta esauriente e documen tata a questa domanda richiede un adeguato all argamento della ricerca all'intera situazione econo– mica della Valle, al significato e alle ripercussioni che ebbe la fine dell'au– tonomia del ducato sotto Carlo Emanuele III e Vittorio Amedeo III nella seconda metà del Settecento, alla distri buzione della proprietà nel– l'alta e bassa valle della Dora , al particolare rapporta che si stabilisce nelle zone specie di mon tagna, tra il clero e i contadini ai rapporti fra il clero valdostano e l'episcopato piemontese e la stessa Chiesa di Roma , per indicare soltanto alcuni dei terni meritevoli di sviluppo. Quel che si puà dire fin d'ara è che nella Valle si era prodotta una polarizzazione di forze nelle due clirezioni opposte. Nel capoluogo i li– berali avevano una certa consistenza, ma nelle campagne la loro influenza era quasi nulla. C'era, quindi, una situazione di latente o aperto con · trasto tra Aosta e la maggior parte della Valle. Quivi la trasforrnazione della stato sardo, avvia ta dalla Statuto albertino e dal « connubio », o non veniva avvertita o se ne avvertivano soltanto gli aspetti meno com– prensibili e accettabili da parte di quelle popolazioni. Il parroco restava l'unica persona che sentisse e vivesse i problemi quotidiani dei valligiani, il che gli faceva svolgere obbiettivamente una sua azione ( in senso lato ) politica, ci fosse o meno una sua precisa volontà in questo senso. Gli organi di opinione pubblica che si stampavano nella Valle con– fermano la polarizzazione di forze di cui si è già parlato - liberali anti– clericali da un lato e cattolici clericali dall'altro - . Il settimanale L 'I ndé– pendant, redatto esclusivamente da sacerdoti, era sorto il 1° marzo 1848 per opporsi non soltanto ai principi rivoluzionari del '48 ma a qualsiasi tentativo di trasformazione del regno sardo in senso liberale. Diffusissimo

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