BASA

Mati della V alle d'Aosta nef 1853 323 in tutta la Valle dura , mantenendo costantemente Io stesso indirizzo, oltre un venticinquennio, fino al 1° aprile 1876 . Sosteneva, invece, le idee li– berali La Feuille d'annonces d'Aoste che ebbe una modesta diffusione nel capoluogo e dura soltanto fino al novembre 1853 . L'unico tentativo di pubblicare un foglio che giungesse nelle campagne ad un prezzo accessibile anche per il contadino fu costituito da Le Conseiller du Peuple, opera di un sacerdote di idee moderate, Pietro Guichardaz, che rifiutava l'oltran– zismo de L'Indépendant e il liberalismo de La Feuille d'annonces ; ma il tentativo naufrago rapidamente ( 15 gennaio 1850-14 febbraio 1851) 19 • Del resto, a parte questi fogli, il clero rappresenta sempre « quasi intera la cultura letteraria del paese, e non soltanto nei libri, ma .. . nella scuola e nei giornali, nei periodici più diHusi e più letti » 20 • Questo va detto per non accreditare ancora la tesi di un 'azione del clero efficace sui soli contadini, mentre esso era presente in tutta la vita sociale, culturale e politica della Valle, senza di che non si spiegherebbero nemmeno i fatti che abbiamo descritto del dicembre 1853 . Senza dubbio , quindi, l'atteggiamento ostile del clero nei confronti del governo di Torino resta alla base del movimento di dicembre non perchè i parroci incitassero alla violenza e alla ribellione, ma perchè gli insorgenti sapevano che la lotta da essi iniziata contro i liberali era sol– tanto un modo di avversare il governo diverso da quello tenuto dagli ecclesiastici della Valle, ma ne esprimeva le medesime esigenze· Furono certamente la crisi economica e la miseria gli elementi determinanti che spinsero i valligiani all'aperta ribellione, ma in essa affiorarono subito e assunsero un grande rilievo i motivi dell'opposizione cattolica allo stato liberale. Non si accusa genericamente il governo della fame e della ca– restia (corne accade sempre in questo tipo di sommasse) ma lo si ac– cusa di fore una determinata politica ecclesiastica, si chiese l'abolizione clello Statuto e la restituzione al sovrano delle sue prerogative. La pro– testa più precisa, e che a prima vista sembra la più concreta perchè toc– cava immecliatamente gli interessi dei valligiani, rivolta contra l'imposta mobiliare e personale, era in real tà la meno giustificata perchè (corne dice Io stesso Cratti) questa avrebbe gravato pochissimo su di essi 21 • Prababilmente al livello del parroco di campagna l'adesione alla protesta contaclina fu , insieme, difesa dell a fede che si crecleva minacciata, ribel– lione contra il nuovo giacobinismo, ostilità alla miscreclenza dei novatori ; a livello più elevato, cioè nel ceto clave si potevano cogliere e utilizzare le (19) N. GROs, Lotte e polemiche, delusioni e recriminazioni, questioni dibattut,e ed attività svolte ad Aosta negli cmni 11ttomo al Quarantolto, in relazione aile ri/orme a/berline. e al movim,ento liberale-nazionale, in La Valle d' Aosta. Relazioni e cormwicazioni presentate al XXXI congresso storico subalpino di AJSta, 9·11 settembre 1956, Torino, 1958-1959, vol. II , pp. 519-21. (20) F. NERI, La cultura letteraria valdost<ma, in « Rivista d'Italia », fasc. II , feb– braio 1928. (21) E. C 1WTTI, Notice historique sur les causes du mouvement insurrectionnel cit.

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