BASA

364 Bibliographie legiata di Aymaville e quella di St– Vincent. Le fonti storiche si limitano <.:cl una « Passio Agaunensium marty– rum » della fine del secolo V o degli inizi del VI, ad una lettera di Teo– dorico all'arcivescovo Eustorgio di Mi– lano ( secolo VI), ai protocolli dei sinodi milanesi del 451 e del 969, al verbale dell'elezione di Carlo il Calvo are d'Italia (876) e a pochi altri. Mancano pure, per la ricostruzio– ne della cronologia dei vescovi che sedettero sulla cattedra di Aosta nel- 1' alto medioevo, cronache e cataloghi antichi. Né gli elenchi manoscritti dei ptesuli aostani e i saggi storici sulla Valle che furono compilati fra il Cinquecento e il Settecento possono essere di qualche aiuto pet i secoli fra il V e l'XI, in quanta tali opere, ol– tre ad essete in cette parti poco at– tendibili, contengono solo pochi nomi di vescovi anteriori al secolo XI. Lo stesso dicasi delle cronotassi pubbli– cate dal Seicento ai giorni nostri ( so– lo la lista episcopale compilata da Ferdinando de Lasteyrie nel 1854 è redatta con una certa critica). Sostanzialmente, per una fedele ri– costruzione della serie storica dei ve– scovi d'Aosta dell'alto medioevo non ci si puo fondare che sulle poche fon– ti genuine contemporanee, dalle quali risulta che ressero la diocesi , dalla prima metà del secolo V al 1113 o 1114, tredici pastori ; l'elenco si apre con Eustasio ( inizi del secolo V) e termina con Bosone, che prese pos– sesso della diocesi verso la fine del secolo XI e mori all'inizio del suc– cessivo. Anselmo I ( 923 ), Griffone ( 945) e Gisone (960 circa) vanna esclusi dalla lista, perchè i documenti che li citano sono spurii. Di altri trentasette nomi non si hanno prove sicure. Per quanta riguatda i più antichi manoscritti conservati in Val d'Aos ta , mons. Frutaz dà interessanti notizic, parla pure della liturgia in uso della valle. Pare che dal secolo VIII in Aosta esistesse, probabilmente pressa il capitolo della cattedrale, uno « scrip– torium ». Tre codici dei secoli VIII– IX, conservati nell'archivio capitola– re, sono ritcnuti opere degli amanuensi di quel centra scri ttoio. Si tratta di una raccolta di decretali, una di cano– ni ed un foglio di un glossario cice– roniano. La successiva produzione del– la scuola calligrafica di Aosta, nei secoli XI-XII, segue la scrittura mi– nuscola carolina, armai diffusa in tut– ta l'Europa, ma che qui acquista in– fluenze borgognone ed elvetico-ger– maniche ; in seguito, naturalmente, 5i adotta la minuscola gotica. Fra i più notevoli esemplari di scritture valdo– stane si devono ricotdare le chartae Augustanae e diversi codici liturgici dei secoli XI e XII. La charta Augu– stana un singolare tipo di documen– ta, che duro dalla metà circa del se– colo XII alla fine del XIV e che assunse caratteristiche particolari, di– verse da quelle degli atti giuridici di diritto privato usati in altre regioni. Alcuni hanno parlato dell'influsso culturale e religioso che avrebbero e– sercitato nella Valle i monaci di Clu– ny e quelli della abazia lionese di Ainay, senonchè la cosa è piuttosto dubbia. Infine la liturgia che fu in uso in val d'Aosta nell'alto medioevo appar– teneva al tipo romano-franco, da! quale derivo in seguito quel rito valdostano che duro fino ai primi anni del secolo scorso. All'utilissima terza parte (elenco de– gli archivi e delle biblioteche valdo– stane con brevi notizie sulle opere edi. te e inedite e sui materiali documen– tarî ivi raccolti ) segue una serie di quindici appendici - che occupano

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