BASA
duecentosessantacinque pagine - con copiose indicazioni di fonti e di atti conservati in varî luoghi ; notevole infine la cronotassi dei vescovi di Aosta, trattata con spirito moderno e con rigoroso metodo critico. Un accurato indice analitico rende agevole il reperimento di nomi di per- Bibliographie 365 sone e di luoghi ; segue l'indice dell~ illustrazioni, numerose ed interessanti Opere corne questa sono di grande aiuto per gli studiosi, ai quali apro– no la visuale sugli archivî e sulle bi– blioteche, sulle fonti e sui documenti storici, con un esemplare corredo d'in– fonnazioni. G. C. Bascapé. P. STELLA, Il Giansenismo in Italia, I, Piemonte, Zürich 1966. Nel corso degli ultimi sessant'anni, il giansenismo italiano è stato ogget– to di attente ed approfondite ricerche da parte degli storici. Tesi ed inter– pretazioni, talora opposte, si sono af– frontate, e basterà qui ricordare i no– mi di alcuni tra gli studiosi più im– pegnati in tali dibattiti, da Ettore Rota ed Ernesto Codignola, ad Arturo Carlo Jemolo ed Ettore Passerin d'En– trèves. Non si puo tuttavia affermare che la storia del movimento gianseni– sta in Piemonte abbia ricevuto - qua– lora si eccettui l'apporta del Codigno– la - un sostanziale incremento da questi studi o ch'essi abbiano concor· so a puntualizzare efficacemente i mo– di, la consistenza e l'estensione di quel fenomeno religioso nella regione subalpina. Lo Jemolo, non riserva al Piemonte che poche battute : qualche nome e qualche opera « di terz'ordine », se– conda b sua stessa ammissione 1. Ancora recentemente, il Preclin sot- tolineava l'apparizione, a partire da! 1750, d'un giansenismo piemontese « suivant des modalités mal connues » 2 e soltanto negli anni scorsi, l'Appolis 3 ed il Leclerc 4 - studioso dell'influs– so espeniano sui regalismo subalpino - giungevano ad una più precisa valutazione dell'entità del moto gian– senista piemontese, riuscendo ad in– qur.drarlo provvisoriamente - dopo aver tentato di individuarne le pecu– liarc fisonomia - ne! contesta delle vicende religiose, delle polemiche dot– trinali e dei conflitti giurisdizionali che caratterizzano in Europa la secon– da metà del secolo XVIII. A tale apprezzabile risultato non era forse possibile addivenire senza il notevole contributo di studi offerto, nel campo deila storia del gianseni– smo e del giurisdizionalismo, dal rev. prof. Pietro Stella S.D.B , docente pressa il Pontificio Ateneo Salesiano. Merito precipuo della Stella, stu– dioso attenta della cultura religiosa (1) A.-C. ]EMOLO, Il giansenismo in Italia prima della rivol1t:irmc, Bari 1928, p. 396. (2) E. PRECLIN, Les luttes politiques et doctrinales aux XV II' et XVIII' siècles, in Histoire de l'Eglis,e di Fliche e Martin, XIX, Paris 1955, p. 268. (3) E. APPOLIS, Entre Jansénistes et Zel1111ti. Le «Tiers parti» catholique au XVIII' siècle, Paris 1960. (4) G. LECLERC, Zeger-Bernard Van Espen (1646-1728) et !'autorité ecclésiastique, Zurïch 1964. Un'analisi della Chiesa picmontese, dei giansenisti e della dottrina sulle relazioni tra Stato e Chiesa in Piemonte si ha in C. CARISTIA, Riflessi politici del Giansenismo italiano. La Repubhlica Ligure e il giansenismo democratico in Atti deli'Accademia delle Scienze, vol. 94, Torino 1960.
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