BASA
dotto e volenteroso liturgista locale ne! mettere finalmente a punto uno stu– dio relativo alle particolarità liturgiche ed all'antico ufficio proprio della Chiesa di 1 vrea, che, corne risulta dai Necro– logi pubblicati da! Borghezio 5 e dalle annotazioni inserite posteriormente in due breviari eporecliesi del sec. XV cocl. 106 e 107), venne proscritto ne! 1585 e sostituito con l'ufficio romano per ordine del Visitatore apostolico Angelo Perusio, vescovo di Sarsina. A qucst'effetto, sarebbero inoltre da tener ne! debito conto i due messali « secunclum consuetudinem Ecclesiae Yporiensis » ( cocld. 110 e 111) tra– scritti ne! secolo XV, allorquando i ri ti particolari della Chiesa eporeclie– se dovevano essersi ormai fissati in forme pressochè stabili, nonchè i vari libri Ordinari code! . 75, 78, 99), testi fonclamentali per lo studio degli usi d'una chiesa locale. Da notare che gli Ordines eporediesi furono attenta– mcnte vagliati dall'Anclrieu, per la sua edizione ciel Pontificale romano. Alcuni manoscritti della Capitolare di 1 vrea interessano, marginalmente, la Valle di Aosta. Una nota posta al termine ciel Receptorium ( cocl. 76, sec XIV) e gentilmente interpretata da Mons. A.P. Frutaz, dice « Iste liber est egregii decretorum clomini Petri Magnini, emptus per eum a thesaurario Bellicen. in monasterio Sti Egidii de Verecio Augusten., manu reverendi prioris cl.ni Francisci de Cresto, prae– positi dicti loci, nunc abatis Filiaci, anno MCCCCXXVII ». Francesco de Cresto (François Ducret) già priore di Chambave, fu prevosto di Verrès Bibliographie 371 clal 1418 al 1426, clivenne in seguito .1bate di Filiac (cliocesi di Ginevra), quindi di Abondance e partecipà al concilio di Basilea. 6 Quanto a Pietro Magnino (Pierre Magnin) questo per– sonaggio non è nuovo negli annali ecclesiastici valdostani : dottore in leg– ge, scgretario di Amedeo VIII, lo vediamo curato commendatario di Châtillon negli anni 1426-1436 e ca– nonico di Ivrea da! 1428 al 1440. 7 Un altro manoscritto eporediese ap– partenne a questo ecclesiastico : si tratta del codice miscellaneo 80 (sec. XIV), ornato di non poche miniature. Ben cinque sono i Passionari o Leg– gendari conservati ad 1 vrea e ben noti ai Bollandisti : il Passionarium 55 (sec XI) ; il Liber « Stangardus » o «Stan– dardus » 60, che il François attribui– sce all'inizio del sec XII ; le Legendae Sanctorum 73 (sec. XIII-XIV) ; il Pas– sionarium novum 104 (sec. XV) e le Vitae Sanctorum 82 (sec. XIV) da cui il Frutaz ha mutuato il testo degli Acta S. Grati da lui editi nelle Ponti per la storia della Valle di Aosta. 8 Il numero dei codici eporediesi non ha subito, nel corso dell'ultimo seco– lo, oscillazioni degne di rilievo : due codici contrassegnati nel catalogo ms del Bollati con i numeri XCVI e XCVIII ed entrambi del secolo XIV non esistono più ; già al tempo del– l'inventario del Professione-Mazzatinti (1894) risultavano smarriti. Il codice 113, Liber Decretalium cum glossis (sec. XIV) venduto ne! 1866 al Bollati da! can. Pinoli, è ora rientrato in sede. (5) G. BoRGHEZIO, I necrologi del Capitolo di Ivrea, B.5.5.5., Torino 1925, p. XVI n. 1 e p . 85 (299 bis). (6) Cf. P.-E. Duc, La prévôté et la paroisse de 5t.-Gilles abbé à Verrès, diocèse d'Aoste, Ivrée 1873, p. 185. (7) Cf. P.-E. Duc, Annuaire du Diocèse d'Aoste 1894, p. 29. Si veda pure J.-A. Duc, Histoire de l'église d'Aoste, IV, Châtel-St-Dénis, 1909, passim. (8) A.-P. FRUTAZ, Le /onti per la storia della Valle d'Aosta, Roma 1966, p. 178 n. 4 e pp. 196-198.
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