BASA
Torri romane in Valle d'Aosta 193 Per le tre altre torri .gli spessori sono pressapoco equi– valent>i, e rispecchiano quindi l'adozione di uno schema identico che non è in funzione della lunghezza dei lati. Esiste ancora una diversità di cui si deve tener conta, ed è queHa esistente fra ·le qualità ddla lavorazione del pa– ramento esterno deHe torri e quella del paramento delle mura di Aosta; i1 seconda è nettamente supel'iore ail primo. Mi sembra perà più che logico che per rivestire le mura deHa città siano ·state impiegate squadre di operai dirette da personaile più abi1le e qualificato di quello militare uti– lizzato per 'la costruzione dei1le torri. EPOCA DELLA COSTRUZIONE E DESTINAZIONE DELLE TORRI La vittoria r1portata da Aulo Terenzio Varrone Mu– rena sui Salassi nell'anno 25 a.C. fu uno degli episodi del– l'azione a grande raggio intrnpresa da Augusto per garan– tire la pace e la sicurez2;t1 su tutto 1 1'arco deHe A1lpi. Di fa tto, eliminà per sempre ogni possibilità di azioni di disturbo da parte dei Salass 1 i che per il passato avevano dato a Ro– ma non poco filo da torcere, e la fondazione della colonia mHitare di Augusta-Praetoria fu H logico corollario de1la azione militare . Questi fatti sono cosi noti da non aver bisogno di alcun commenta. Esiste tuttavia un aspetto dell'occupazione romana che merita la dovuta attenzione. Infatti è assurdo pensare che con la sconfitta del 25 a.C. e la successiva traduzione in schiavitù della maggioranza dei Salassi, 30 questi abbiano ces– sato di colpo e totalmente di meritare la sorvegllianza assi– dua e costante dei Romani, non forse per gmndi azioni di rivolta ma almeno per piccoli co~pi di mano e modeste ri– beillioni. Cosi corne è assurdo pensare che qualsiasi apprezza– mento rea 1 le si voglia dare alla cifra indicata da Strabone 31 di 44.000 Sailassi venduti corne ·schiavi ad Eporedia, la Valle d'Aosta sia rimasta deserta di abitanti dopo la sconfüta subita.
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