BASA

200 G. Lange e da un'ampia disponibi1ità di mezzi economici e di mano d'opera; condizioni, queste, che di certo non sono state proprie del III Sec. d.C., soprattutto nella seconda metà. In terza iluogo le torri denunciano, corne già è stato ripetutamente illustrato, l' adozione di un unico schema co– struttivo : senza ritornare oiltre sull'argomento basterà ri– cordare in proposito hl particolare dell 'arco interna delle porte parzialmente coperto all'imposta su di un lato della parete perpendicolare alle porte stesse (fot. 11-13-15-24 ). L'adozione di un unico schema diventa problematica quando si rende necessario realizzare al più presto opere fortificate sotto l'assillo di un imperativo difensivo; la fret– ta e la necessità rendono inevitabile i'accettazione di solu– zioni che sarebbero state respinte in momenti di ca1ma e di tranqufüità . A sostegno del'hpotesi di cui sopra si è detto, ipotesi che per le ragioni sopraesposte non ritengo accettabile, è stata indicata una uguaglianza fra i paramenti esterni delle torri e quello degli archi esistenti in Susa, denominati co– munemente ed erroneamente « terme di Graziano », nonchè quelli delle mura della città stessa. Le mura e le torri sono ricoperte da abbondanti strati di intonaco per cui è quasi impossibile analizzarne com– piutamente la struttura e definire con esattezza sia 1e parti romane, del III Sec. d.C., sia quelle medievali; tuttavia, dal poco che se ne puà osservare, si ri<leva l'impiego di ma– teriale di risulta , eterogeneo, proveniente anche da edifici di nobile fattura . Questa particolarità è chiarissimamente rHevabile negli archi (fot. 56-57), <love ,l'accostamento di conci di varia provenienza costituisce la caratteristica fon– damentale deilla struttura muraria. A mio parere la differenza fra i paramenti deHe torri e quello degli archi è incolmabile ed annulla l'ipotesi predetta.

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