BASA
Torri romane in Valle d'Aosta 207 (fot. 41) è possibile ancora oggi riconoscere con chiarezza questo tipo di lavorazione. Se il imateriale fosse stato ricavato da cave, esso si presenterebbe molto più uniforme , mentre le misure sareb– bero a 1oro volta più regolari : in tal caso i paramenti denuncerebbero addirittura un aipparecchio vero e proprio. Uno sca1pellino provetto poteva preparare un metro cubo di conci ogni tre-quattro giorni; volume, questo, che corrisponde a circa quattro metri quadrati di paramento esterno, e cioè ad un metro quadrato per ogni giornata di lavoro. Apphcando questo criterio di produzione a tutto il rivestimento esterno della torre di La-Plantà per la sola parte oggi rimasta in piedi, si ottiene un complesso di 600 giornate lavorative. Si tratta evidentemente di un onere molto pesante in rapporto alla semplicità ed alla relativa modestia del tipo di fabbrica, onere che non trova riscontro in nessuna torre medievale va1dostana, ad eccezione di quelle di Courmayeur e di Gressan descritte nella III parte di questo studio . Per concludere, ritengo di poter affermare che nessuna muratura delle costruzioni fortifi.cate valdostane trova ri– scontro in quella delle torri illustrate; queste si presentano, in rapporto a quello, corne espressioni di una tecnica e di una possibilità economica molto superiori. 2° - Confronta diretto con torri medievali. Se malgrado quanto detto sopra si volesse effettuare un diretto confronto con torri medievali, si dovrebbe anzi– tutto escludere a priori quelle che sono state realizzate di– rettamente sulla cinta delle mura romane di Aosta, in quanto esse altro non sono che un adattamento di strutture pre– esistenti, con la sola eccezione di quella di Bramafam, e quelle che non hanno la funzione ·di ultimo baluardo difensivo. Tutte le altre devono essere suddivise in due gruppi fondamentali : a sezione circolare - a sezione quadrangolare.
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