BASA

Torri romane in Valle d'Aosta 209 78-79), salvo che nella torre di Bramafam ove compaiono dei corsi di pietra aipparecchiata e qualche tratto a spina pesche (fot. 73). Le porte d'accesso, spesso ricavate ad una quota assai elevata da:l terreno, erano corne posizione naturalmente si– mili a quelle di La-Plantà etc., ma di costruzione pretta– mente medievale corne si puà notare, ad esempio, a Châtel– Argent (fot. 75-76). L'interna era in genere suddiviso in quattro piani da so'lai in iegno; ogni piano era dotato di ampie arciere vere e proprie &;poste in tutto il iloro insieme in modo tale da battere tutto il terreno circostante (fot. 73-74-76-79). La parte superiore, dotata di merli rettangolari, era coperta da tetto a lose di pietra. La costruzione veniva realizzata ad elica, salendo cioè progressivamente seconda una linea obliqua. La Iatrina era esterna, a sbailzo, sorretta da modiglioni in pietra : in caso di necessità, poteva essere utilizzata co– rne piombatoia (fot. 79). Le torri rotonde dei castelli di Pénis ed AymaviHe devono essere considerate a parte; costruite un secolo dopo quelle precedentemente ricordate si distaccano da esse pet concezione, caratteristiche costruttive e per destinazione. In particolare, le torri rotonde di Aymaville, poste ai quat– tro ango'li del castello, possono suggerire una derivazione dallo schema ben noto e collaudato, realizzato ad Yverdon da « Master James of St. George ». 40 A Pénis le torri ro– tonde hanno una funzione ben diversa , in quanta esse sono parte soltanto di un complesso ed articolato sistema difen– sivo, che non ha più nulla in comune con i castelli del secolo XIII. 41 Le torri di Bonot e di Villefranche fanno parte del vasto insieme delle torri di segnalazione sparse in tutta la valle. Delle torri appartenenti al secondo gruppo vanno scar– tate quelle che furono costruite sia negli ultimi anni del secolo XIII o nei secoli successivi in quanto esse per de– stinazione non figurano più neHo schema delle costruzioni

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