BASA
Sono una vita ed una storia semplici quelle di Italo Mus pittore e si accordano alla semplicità dell'uomo e al suo naturale carattere di schietto valdostano. Nasce nel 1892 a Châtillon ed alla sua educazione in– fantile che fu poi, più di quel che non si potrebbe pensare, determinante sulla formazione dell'artista che Egli fu, molto contribul l'ingenua, spontanea arte del padre, che scolpiva nel legno, secondo la naturale vena di tanti valligiani, cu– riose e gentili figurine di santi, di uomini e di animali, og– getti ornamentali e d'uso. Anche se non fosse vera, ma par che lo sia, bella, gentile, commovente è la storia, che ideal– mente potrebbe appaiarsi alla leggenda di Cimabue e di Giotto, la storia, dico, del pittore, allora celeberrimo, Lo– renzo Delleani che vede in un prato un bimbo decenne che traccia un disegno , e che colpito dalla precoce abilità e di– sposizione, ne ferma la timida fuga, lo accarezza, lo Ioda, e poi incita il padre a far studiare il figlio pastorello. E a Torino, all'Accademia Albertina, Italo giunge di– ciassettenne nel 1909 ed ha a maestri i maggiori astri della vita artistica torinese di quel tempo : il minuzioso e quasi miniaturista Marchisio, il Gaidano, figurista e decoratore, il magniloquente Giacomo Grosso; l'Onetti che colora con mistiche visioni di cielo le sue puntuali vedute; tutti in ogni modo, nella scia della tradizione ottocentesca locale e del culto della realtà. All'Accademia il Mus impara, certa– mente, il mestiere (ed allora Io si apprendeva bene ed a fondo); ma a giudicare dagli sviluppi della sua arte, ad im– pressionarlo, a mettergli nel cuore cose che resteranno i componenti della sua visione e del suo estro, furono so– prattutto da un lato la poesia della pittura di Antonio Fon– tanesi, il cui mirabile complesso di opere proprio in quegli
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