BASA

72 V. Peschéchera ti cattolici del Pays che troveremo 'l'ab. François Vuarin, a capo di quanti non volevano essere abbandonati a uno Stato protestante, timorosi dell'intransigenza calvinista. 26 L'ab. Francesco-Giovanni Vuarin, che sosteneva gli in– teressi di Roma all'interno della roccaforte protestante, era nato nel 1771 nel Carougeois, e quindi era anch'esso un sa– voiardo nella trafila degli abbés che si passano di mano in mano il Du Pape. Aveva conosciuto il conte de Maistre a Losanna nel '93 quando il « soi disant comte de Maistre, a– gent du petit tyran sarde » sotto la protezione del barone di Erlach, balivo, tentava con tanta passione e pochissimi mezzi di rimettere in piedi un centra d'informazione di resistenza legittimista tra 1200 émigrés, francesi e savoiardi, tra i qua– li 128 preti, disastrati moralmente ed economicamente dal tracolio in Savoia. AHora Vuarin era stato con i confratelli Bigex, Besson e Thiollaz uno dei più ferventi frequentatori della « cucina » di Losanna, dove in contrasto con fo squal– lore dell' ambiente il grande savoiardo lavorava infaticabile a forgiare le nuove leve del rinnovamento cattolico europeo, immeritatamente schedato sotto 1 l'accezione confusa di « con– trorivoluzione ». E la prima voce che usd dalla « cuisine de Lausanne » fu queHa del sopraricordato ab. de Thiollaz, il capo e animatore della Chiesa di Savoia in esilio, colui che a nome del capitolo di Annecy e a risohio della vita, aveva avuto H coraggio di proclamare, quando la Costituzione ci– vile del Cleto era stata importata in Savoia, che solo Dio po– teva fissare l'ordine gerarchico del governo della Chiesa e che il Papa solamente possedeva di diritto divino il primato. Camille Latreille non concede molto spazio alla ricostru– zione della biografia e deHa personalità di questo eccezionale abbé, Hmitandosi a rinviare al Martin et Fleury (Histoire de M. V uarin et du rétablissement du catholicisme à Genève, 1862) e ai frammenti di una lettera inedita trovata tra quel– le carte di Guy de Place che egli ebbe il tempo e l'agio di (26) Loc. cit., p. 159.

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