BASA

82 V. Peschéchera aver v1s10nato « un cahier de remarques inédites qu'il nous a été donné de lire ». 41 Se si passa alla teologia osserviamo che Guy de Place possiede una cultura tra le più consolidate, anche attraverso la lettura diretta del materiale patristico e storico. Gli studi religiosi sono frequentemente mischiati alla polemica in cui eccelleva. Sulla scia di pamphlétaires cattolici e legittimisti nel 1814 egli fa uscire un De la persécution de l'Eglise sous Bonaparte che supera in ardore e controversia Io stesso Cha– teaubriand. L'opera gli vale la considerazione di Roma che attraverso Mons. Testa gli trasmette epistolarmente un invi– diahile elogio: « On dirait ·que Michel-Ange vous a prêté ses pinceaux ». 42 Più cauto Lamennais commentando l'opera con l'editore Rusand annoterà maliziosamente che vi mancano in– dici e ricapitolazione finale. Notevole sarà invece la diffosio– ne di quest'opera informativa tra il clero. Il 10 giugno 1815, il roannese scrive una Apologie des catholiques qui ont refusé de prier pour Buonaparte comme Empereur des Français. Tertulliano, Bossuet e la patnstlca vengono abilmente convogliati al fine dalla causa legittimi– stica. De Place si improvvisa pure chansonnier, non meno pic– cante di Béranger. I suoi strali si appuntano ancora contra Napoleone e i suoi seguaci. Ecco alcuni titoli significativi : Conte de la grand'maman Baschu à ses petits-enfants; Pro– clamation des fédérés du département du Rhône, au mois de mai 1815; Grandeurs de Napoléon le Grand e quel Bonheur de la France che Camille Latreille riporta quasi per intero nel suo studio prezioso e che ci fornisce un singolare esempio di canzone di protesta (varrebbe la pena di nomi– narla folk-sang?) contro la guerra e i guerrafondai: «Mar– chands de fusils, / De poudre en barils; / De plomb et de (41) Op. cit., p. 110. (42) Originale autografo del 20 dicembre 1815, consultato da! La– treille attraverso H . de Place, cf. op. cit. p. 112.

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