BASA

84 V. Peschéchera del Du Pape, condanna in blocco l'ideologia illuministica e l'illusione del progressa attraverso l'emandpazione dall'ordi– ne tradizionale. Agli uomini del Settecento che ostentavano i loro lumi il roannese contrappone la sua nozione di lume : « celle qui nous conduit à notre fin en nous éclairant sur nos devoirs, sur leur nature, sur leur étendue, et principalement sur les moyens de les remplir ». 45 Pino alla morte, avvenuta nel 1843, quest'uomo forma– tosi entro il vivace humus della chiesa lionese, seguiterà a produrre scritti di considerevole valore, rendendo servizi ine– stimabili alla causa cattolica nel rinnovamento generale degli spiriti etichettato dai mappali sotto il cliché «testaurazione». Canuel, Fabvier, Charrier-Sainneville, Vuarin (impegnato co– rne abbiamo visto nella guetta ipersonale in partibus infide– lium ), de Pins, Géramb e infine Io stesso Louis de Bonald, il rappresentante più autorevole e intransigente della linea tradizionalista-cattolica, Io avranno corne consultore prezioso, corne esperto in teologia. Chateaubriand a sua volta se Io troverà di fronte allorquando nel '26 azzarderà un discorso a favore della libertà di stampa. Da parte sua Joseph de Maistre si renderà presto conto di avere a ohe fare con un autentico fratello spirituale, che non gli era da meno quanta ad ardore polemico e a iniziative rischiose. L'epistolario ci testimonia la portata di questi con– tatti. In un primo momento il savoiardo impaziente di giun– gere al termine di quel tortuoso iter tipografico si rimette completamente allo spirito di revisione del De Place. « J'ap– prouve tout ce que vous avez fait et tout ce que vous fairez » gli scrive da Torino il 17 giugno del 1818, ed ·è la prima let– tera diretta al suo « correttore » dopo il breve intervallo epi– stolare con il Besson. 46 Altrove dobbiamo osservare l'autore del Du Pape preoccupato per il volume dei cambiamenti pro- (45) Mémorial, n. XXIII, 23 settembre 1815. (46) Op. cit., p . 105-106.

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