BASA
90 V. Peschéchera il rappresentante apostolico che le aveva comunicato le gravi perplessità di Pia VII. De Maistre stesso aveva avuto da Ro– ma una lettera da parte di un teologo, su cui ancora oggi si discute. Essa proponeva per un'ennesima volta una revisione dell'opera. Pesava su quel libro scottante il pregiudizio sulla attività pietropurghese dell'ex ambasciatore sardo: il conte Kosslowsky, accreditato da Alessandro a Torino, 56 denunziava senza compromissioni la sua « pericolosa » attività settaria in Russia in favore della Compagnia di Gesù. L'internunzio Va– lenti in un messaggio informativo a Roma aveva riportato questo pregiudizio corne pubblica opinione sottolineando gli svantaggi procurati dalla puntigliosa condotta del savoiardo. Puntualmente si rinnovavano le incomprensioni che avevano accompagnato la non facile vita del vieil Allobroge. Per so– vrappiù il Papa aveva delle indubbie ragioni politiche per non inimicarsi in quel momento un Alessandro 1 apparente– mente incline a una distensione nei confronti della Ghiesa di Roma dopa le frizioni per la Santa Alleanza. L'infaticabile Consalvi era riuscito a far pervenire in porto un concordato con la Russia, firmato il 18 gennaio 1818 e statuente che vi sarebbe stato un arcivescovo a Varsavia e otto seggi episco– pali in Polonia. Con facilità era stata regolata pure la que- ( 56) Il principe di Kossloyky faceva parte dei consiglieri illuminés che sospingevano Alessandro I sulla via di una politica liberale. N . BIA CHI nella sua Storia documentata della diplomazia europea in J– talia da! 1814 al 1861, t. I (Torino, Utet, 1865) riporta una confidenza del Kosslowsky al conte Rossi, ministro di Sardegna a Vienna : « Bi– sogna ben intenderci per sottrarre i popoli al dispotismo de' loro nuo– vi governi, poichè li abbiamo liberati dalla tirannide di Buonaparte » (Dispaccio Rossi, Vienna 9 dicembre 1814, p. 19). Già al tempo del suo soggiorno a Pietroburgo Io zar si era lagna– to più volte con il conte de Maistre perchè a Torino non si attuava a suo parere una politica di lunghe vedute e non si teneva conto del popolo. Contro gli illuminés al congresso di Vienna si ergeranno i conser– vatori guidati da! conte di Nesselrode (anch'egli poco amico di de Maistre) capo di quel gruppo di diplomatici tedeschi che stavano al servizio di Pietroburgo. Ben poteva dire il Metternich al conte di S. Marzano in un col– loquio a Laybach : « Voi incontrerete qui due Francie e dne Russie ».
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