BASA

94 V. Peschéchera La Mennais già nel 1829 presupponeva una sterzata del tea– tino verso una rivalutazione del concetto di Hbertà. Gli fu occasione di milizia democratica il movimento se– paratista scoppiato nella sua terra, a Palermo nel 1848. In quell'anno fu rappresentante di quel governo pressa la S. Se– de, a conferma della sua disponibilità verso i tempi «nuovi». In quel fatale 1848 cercava del pari di ottenere dal Pontefice una costituzione pet gli Stati. Chiusosi il Papa a Gaeta, pur rifiutandosi di far parte della Costituenti; Romana Io trovia– mo spesso sul Monitore Romano firmare violenti articoli in difesa della separazione della Chiesa dalla Stato. Caduta la Repubblica a Roma, il Ventura riparava in Francia ripren– dendo l'attività di pubblicista e legandosi agli ambienti che faranno da vettore alla presa del potere da parte di Napoleo– ne III. La morte lo colse a Versailles nel 1861. Nel 1864 ve– drà la luce la sua Opera omnia: trentuno volumi. La traduzione italiana curata da Gioacchino Ventura nel 1823, eseguita sulla seconda edizione francese, 62 presenta dei tratti interessanti per la comprensione della risonanza dell'o– pera teologica maistriana in Italia. Ventura dal 1819 al 1824, anno in cui si trasferl a Roma dove sarebbe diventato gene– rale dell'ordine, era membro in Napoli del Consiglio d'Istru– zione e in questa qualità possedeva quello spazio operativo pet divulgare il libro di Joseph de Maistre. Una curiosità: il Ventura in quest'edizione scrive sem– pre, in sede di introduzione o di nota: il conte Le Maistre. Potrebbe essere un refusa, corne pure un comodo doppio senso. In agni casa nel '23 il prophète Allobroge era il Mais– tre veto e proprio del palermitano. L'elogio dell'autore del Du Pape appare nitidissimo nel- 1' Avvertimento che esordisce cosl: Fra la moltitudine di scrittori frivoli o perniciosi, che in questi ultimi tempi hanno coi loro libri inondata l'Europa, (62) Quella del 1821, senza il nome di de Maistre (par l'auteur des "Considérations sur la France ")-.