BASA

Nella compilazione del catalogo delle monete si è rite– nuto opportuno ripartire la collezione in otto gruppi, con numerazioni distinte, onde permettere l'eventuale aggiunta di nuovi esemplari alle rispettive serie che risultano compo– ste nell'ordine: monete galliche, greche, alessandrine, roma– ne repubblicane d'argento, di bronza, romane imperiali, bi– zantine e medioevali. Si è pure stesa una descrizione a parte delle medaglie, balle plumbee, calchi in gesso e sigilli, cercando di comple– tarla in agni minima particolare. Sarebbe stato interessante conoscere la provenienza o meglio ancora il luogo del ritrovamento dei singoli pezzi. Per quanta concerne le monete, è lecito ritenere ch'esse siano state rinvenute per la massima parte in Valle d'Aosta. Altri pezzi possono essere stati acquistati da collezionisti pressa commercianti, altri ancora, quali ad esempio i pochi falsi ri– scontrati, pressa privati. Il gruppo di 99 denari repubblicani, già descritti dal Prof. Berthet nel XXVIII Bollettino dell'Accademia, appar– tiene al ripostiglio di Allein venuto alla luce nel settembre del 1856. Altri 46 antoniniani, akuni dei quali piuttosto rari, con i nomi di Aureliano, Severina, Floriano, Probo, Ca– ro, Numeriano, Carina e Diocleziano, conservano ancora quasi intatta l'argentatura originale e si presume possano ap– partenere ad un tesoretto unico, nascosto nei primi anni del regno di Diocleziano {284, 285) mancando di esemplari di Massimiano Ercole, associato a Diocleziano nel 286 d.C. Una segnalazione a parte va fatta per circa 600 piccoli

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