BASA
156 M . Orlandoni bronzi (centenionali e mezzi centenionali), degli imperatori da Costanzo II a Valente (vedere nn. 882-1407 ed 80 esem– plari non classificabili), rinvenuti verso la metà del secolo scorso nei pressi del Gran S. Bernardo. Interessanti pet la varietà delle officine, possono essere oggetto di studio. Fra l'altro sono degne di nota: le monete galliche, ed in particolar modo i due stateri aurei, dalle scritte in carat– teri Leponzi, detti « Salassi »; il denario di Marc'Antonio e Ottavio coniato dal quaestor provincialis Marcus Barbatius (n. 15); i sesterzi di Vespasiano (n. 168), Tito (n. 173 ), Adriano (n. 247), Antonino Pio (n. 278), Marc'Aurelio (n. 300 ), Faustina Figlia (n. 344 ), Caracalla (n. 386 ), Geta (n. 390), Aquilia Severa (n. 394 ); il dupondio di Antonia (n. 106), il denario di Galba (n. 148); il solido d'oro di Ante– mio (n. 1425). Pregevoli pet l'eccezionale stato di conserva– zione e la bellezza delle patine, sono i sesterzi di Vespasiano (n. 160), Lucio Vero (n. 340) e Giulia Maesa (n. 395). Mentre una parte della collezione era già stata mu– nita di cartellini indicatori in occasione di precedenti riordi– ni, un notevole numero di monete romane imperiali e tutte le medioevali vengono classificate ora pet la prima volta. Di queste ultime il gruppo più importante è costituito dalle Sa– baude che rivestono un certo interesse locale essendo quelle correnti in Valle d'Aosta fin dal XII secolo. Appartengono alla zecca di Aosta, quattro monete di Carlo II, dodici di E– manuele Filiberto ed una di Carlo Emanuele I. Raro è il denaro di Berengario I coniato a Pavia. Di un discreto interesse sono pure le quattro monete d'oro (nn. 155, 171, 172 e 195).
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