BASA
Mons. G. Obert 115 anni di missione aveva appreso in modo perfetto il bengalese. Tra– sferitosi tra i Santal - una popolazione mite e disprezzata dal gruppo dominante e che rischia di essere culturalmente e socialmente sopraf– fatta - egli si dedico con impegno a studiarne la lingua senza pater contare su alcun sussidio di grammatiche o di dizionari, scoprendo dei valori impensati nelle loro tradizioni e nei loro usi e costumi. Favorendo il sorgere di scuolette nei villaggi santal, P. Obert fondo per la sua gente anche una rivistina mensile intitolata « Darwak », l'unica nella loro lingua, attesa e letta con fierezza in tutte le comunità. Insieme con un altro missionario del PIME, il P. Stefano Monfrini (autore di una monografia tuttora ricercata sui Santal), P. Obert euro la traduzione in lingua santal dei 4 Vangeli, traduzione che è ancor oggi usata nella liturgia, e compose un libro di canti, il « Seren Puthi » che è en~rato nel patrimonio di quella Chiesa locale. Un precursore nel campo sociale Negli ultimi anni della sua vita, ritiratosi a Milano, Mons. Obert continuo con entusiasmo le ricerche sulla cultura del suo popolo. Riunendo e completando gli appunti che aveva man mano raccolto, pubblico nel 1970 un volumetto « Fiori della giungla indiana » (ediz. PIME, pp. 120 ), in cui presentava i valori umani e religiosi delle genti santal nel contesta delle sue esperienze missionarie. L'anno dopo mandava alle stampe, pressa l'lstituto Geografico De Agostini di No– vara, uno studio più impegnativo, «La tribù dei Santal» (pp. 246); è senz'altro l'opera etnologica più completa esistente oggi in ltalia sugli usi e costumi, sui linguaggio e sulle credenze religiose di questa minoranza etnica del Bengala studiata durante l'arco di 50 anni, da un uomo che amava considerarsi uno di loro. Il libro apparve pochi mesi prima della scomparsa - a 82 anni - dell'infaticabile missio– nano. Oggi si parla tanto della dimensione sociale, dell'impegno per Io sviluppo che deve accompagnare l'attività di un vero missionario. Mons. Obert non attese che i tempi gli dessero ragione. Fin dai suoi primi anni di apostolato senti il bisogno di dar vita a numerose opere sociali con l'intenta di liberare i suoi Santal dalla sfruttamento di usurai che li opprimevano con prestiti ad interesse esagerato. Fondo allora una Banca Rurale per i poveri, salvando cosl i loro terreni ed
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