BASA

116 A. Lazzarotto educandoli al risparmio. Fondare allora, tra quella gente pnm1t1va, una banca rurale poteva sembrare un'utopia, ma P. Obert con la sua praticità e buon senso, sostenuto dal Vescovo Mons. Taveggia, porto a felice conclusione un'opera che doveva divenire il prototipo di nu– merose altre banche rurali che i suai confratelli di Dinajpur avreb– bero poi fondato nei loro distretti. E, di fronte alla tragedia della lebbra che affliggeva molti villaggi da lui visitati, fondo nel 1937 a Dhanjuri un lebbrosario <love racco– gliere quei poveretti e assisterli. I confratelli, ammirando la dedizione con cui si era messo in quella difficile impresa ricordano che spesso arrivava fino a razionarsi il proprio riso; ma ai lebbrosi non doveva mancare nulla. Anche durante la guerra il lebbrosario continuo a funzionare; oggi, il P. Vigano che lo dirige è coadiuvato dalle Missionarie del– l'Immacolata. È difficile descrivere il profila spirituale di Mons. Obert. La sua fiducia nella provvidenza era trasparente e smisurata. I suai missio– nari usavano scherzare sulla sua fede, perché quando c'era qualcosa di impossibile, se ci si metteva il vecchio Vescovo con qualche «no– vena » ben indirizzata non mancava mai l'effetto; del resta, com– mentava egli con semplicità, non ha detto Nostro Signore: chiedete e otterrete? Una seconda caratteristica (o forse la prima) era la sua immensa bontà e magnanimità. In tutta la diocesi di Dinajpur ed in quelle vicine era chiamato con affetto immenso il « Bishop Baba », espres– sione santali e bengalese che nel sua profondo significato non ha riscontro nella nostra lingua: « Il Babbo Vescovo », che noi tradur– remmo: « il Vescovo Buono ». Essi lo avevano conosciuto in tutti i momenti difficili e duri corne quell'« Adi dayawan Padri » (padre buono e misericordioso) che non si <lava pace nel vedere i suai poveri soffrire e patire la fame. Questa espressione dei cristiani era l'esatta descrizione del cuore di Mons . Obert e di quanta fece fino alla sua morte. Era uomo di preghiera. Personalmente, modellava la sua vita su quella del poverello d 'Assisi, al quale aveva dedicato la cappella costruita al centra della sua mis– sione. Diceva: « Le opere di Dio si iniziano cosl! ». Chi ebbe la fortuna di incontrarlo negli ultimi mesi della sua vita,

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