BASA

Colloque d'archéologie 269 forma negativa preferiremmo allora ritornare corne siamo. Io credo, e l'ho affermato ma sono stato una vox damans in deserto, che la prima cosa che è regionale è l'archeologia, e non credo ad una Soprinten– denza che non sia regionale, non credo a un dirigismo archeologico in senso assoluto. Credo perà nella necessità di una reale direzione scien– tifica della nostra attività, questo si. Se ci si provincializza oltre a re– gionalizzarci sul piano del metodo, sul piano della mentalità, allora è finita, si va indietro di decenni e a volte di secoli. Ora, le Soprinten– denze in ltalia sono diventate un ente cosl laborioso che da un lato aiutano e sostengono si apparentemente le cosiddette Sociétés savantes, ma dall'altro costituiscono un antidoto a quella che era la vera linfa regionale della loro attività creata nel secolo scorso da fior fi.ore di studiosi che per i tempi hanno fatto legge e hanno creato metodi e hanno fatto fare ai nostri paesi latini un progressa che non era prima assolutamente conosciuto. Questo fi.or fi.ore di attività nel campo spe– cialmente preistorico e nel campo archeologico, non riesce più ad inte– grarsi perfettamente con l'attività delle Soprintendenze. Questa è la vera e pura realtà. È necessario che questa osmosi, questa fusione si crei. Io per cercare di facilitare in Liguria mi sono addirittura sacrifi– cato e sono entrato, sono diventato funzionario della Soprintendenza. Mirabella lo sa. Ma è un caso un poco raro, insomma ho rinunciato a qualsiasi carriera per diventare un semplice avventizio, un semplice salariato, un manoeuvre della Soprintendenza perché io potessi conti– nuare a funzionare. Questo era avvenuto già dieci anni fa. In questa forma sono riuscito finora, non so fi.no a quando ci riuscirà, a tenere l'equilibrio e il contatto tra Soprintendenza e Istituto di Studi Liguri per quanta riguarda le regioni liguri. Lo stesso fatto non avviene, io credo, nelle altre regioni e in forma diversa si lamenta la sua mancanza anche nella stessa Francia meridionale dove la situazione attuale non è del tutto pacifica, del tutto concorde corne era dieci anni or sono . Io mi augura che dall'esperienza dell'lstituto internazionale di Studi Li– guri che tutti conoscono e di cui molti qui presenti del resto sono vec– chi ed affezionati soci, grazie a molti promotori qui della riunione di oggi (Santacroce, Doro e numerosi altri sono tra quelli che più hanno lamentato questa nostra assenza di rapporti o attenuazione di rapporti fra Liguria e Piemonte), io mi augura che da questa riunione, da que– sta mia partecipazione - per questo sono voluto venire - nasca que-

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