BASA
274 Colloque d'archéologie alcuni elementi di questa riunione di oggi, corne era in fonda ed è stata la prima riunione che è stata fatta ad Aosta: la « Table ronde » del– l'altr'anno . Ascoltando le relazioni di ieri, e quelle di stamattina, ho trovato che in fondo non c'è altro che da compiacersi di questa inizia– tiva che è stata presa ad Aosta, che noi a Torino abbiamo raccolto con entusiasmo, ed abbiamo partecipato a tutti i lavori cercando di dare il nostro modesto pungolo a tutte le Società culturali del Piemonte. Dico che noi abbiamo cercato di pungolare i nostri amici delle So– cietà culturali, perché gentilmente gli amici valdostani l'altr'anno vol– lero darmi l'incarico di rappresentare appunto le Società piemontesi e di cominciare quel colloquio di cui oggi noi troviamo appunto una prima realizzazione. Qualcuno potrebbe osservare che il mandato, di– ciamo cosl che era stato dato a me e al prof. Grassi che è qui pre– sente, era quello appunto di un collegamento sotto tutti gli aspetti della cultura della zona piemontese e della Val d'Aosta. E questo mandato era, ripeto, piuttosto ampio, e potrebbe sembrare incompren– sibile per quale ragione oggi viceversa noi abbiamo iniziato questi la– vori con la sola archeologia. Innanzitutto la ragione è molto semplice: una ragione cronologica. Bisogna pure cominciare dal più antico. Ma c'è anche un'altra ragione, che cioè scorrendo i nomi di queste Società, le « Sociétés savantes » o le Società culturali o le Società piemontesi appunto di Cuneo, di Alessandria, ho notato una parola che si ripete quasi continuamente: la parola « archeologia ». Tutte le Società hanno nella loro ragione sociale l'archeologia. Quindi mi è sembrato logico che il primo atto di questo colloquio fosse appunto l'archeologia. E non a caso ho detto la parola colloquio. Perché, almeno nel nostro intendimento, nell'intendimento cioè di quelli che hanno lavorato per organizzare queste due giornate di Aosta, cosl munificamente ospitati dall'Amministrazione regionale, era proprio il colloquio. Ora io non vorrei che nè in questa occasione ma soprattutto in quelle future, si seguitasse semplicemente a fare delle relazioni senza viceversa fare questo colloquio che noi abbiamo richiesto e che abbiamo pensato corne fosse la cosa più proficua, più valida di questi nostri incontri. Adesso non è per fare dello sfoggio di erudizione, ma io mi riferisco a quello che molte volte è stato detto all'UNESCO, che in fonda l'in– tegrazione della cultura apre il dialogo che porta alla comprensione tra i popoli. E mi pare proprio che l'archeologia, e soprattutto l'ar-
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