BASA

Colloque d'archéologie 311 dipinte, le quali ricoprono fittamente moltissime rocce del montuoso Levante spagnuolo, delle regioni iberiche cioè affacciate al Mediter– raneo. Non vi ha dubbio che le rocce stesse fossero ritenute sede di divinità, e che costituissero nel loro complesso un insigne monumento di culto. La rappresentazione astrale, ossia solare, vi si associa agli schemi antropici, iperantropici, in tempi, sembra relativamente recenti, forse eneolitici: essa appare sempre costituita da uno o due cerchi radiati. È ben nota la potenza dell'espansione culturale del fiorente Eneo– litico iberico, la quale diffuse nel Mezzogiorno francese le descritte figurazioni, insieme con il caratteristico e fine vaso fittile conosciuto corne « tazza campaniforme ». Ma non è luogo qui di soffermarsi, in argomento, su gravi questioni di vasto interesse generale. I confronti più vicini geograficamente aile Valli di Lanzo, ci sono dati dal ben noto grande monumento di culto, dimostrato dalla vastis– sima figurazione rupestre di Monte Bego nelle Alpi Marittime: sono oltre 40.000 figure presentate dalle rocce oltre i duemila metri sui livello del mare. Vi fu riconosciuto un gruppo arcaico di oltre un mi– gliaio di rappresentazioni, nel quale ricorrono gli schemi antropici prevalenti - particolarmente frequenti quelli « a phi» - schemi iperantrofici, simboli solari. Va posta a questo punto la domanda per quale via pervenne alle Valli di Lanzo la corrente culturale di origine iberica. Per la lunga e facile via della Valle del Durance, affluente del Rodano e per il Mon– ginevro? In questa valle francese numerosi ritrovamenti preistorici e preromani accertano l'esistenza di un sentiero già usato in tempi no– tevolmente antichi. * * * Si è accennato all'insediamento romano del Versino: basso sperone montano chiudente ad occidente la conca in cui si estende la cittadina di Viù. Ebbi già ragione di accertare che questa bella ed ampia conca appare il luogo della valle più atto a sede umana. Alcuni ritrovamenti casuali recenti (1967) al margine orientale della conca stessa mi con– fermarono la presumibile larga diffusione di piccoli abitati romani.

RkJQdWJsaXNoZXIy NzY4MjI=