BASA
Colloque d'archéologie 329 Per rendersi conto delle peculiari caratteristiche geologiche del monte è sufficiente uno sguardo d'assieme ai suoi sedimenti, unici in Piemonte, conservatisi grazie ad abbassamenti del substrato, dovuti a disturbi tettonici: sui terreni di base, costituiti da rocce magmatiche permiane, si adagiano i terreni sedimentari del Mesozoico, da prima in potenti banchi dolomitici del Trias e poi, sino alla vetta, elevantesi a quota m. 899, con le rocce stratificate del Giurese; fra queste si no– tano gli scisti arenacei del Lias medio (Domeriano) con ammoniti e spicule di Spugna. La zona mediana del monte, costituita da rocce originate dall'accu– mularsi, nel periodo triassico, di scheletri calcarei di alghe che succes– sivamente subirono un processo di dolomitizzazione, fu molto colpita da fratturazioni di origine tettonica nelle quali le acque circolanti de– terminarono cavità più o meno profonde. In queste cavità non è da escludersi che abbia operato il mare che, durante il Pliocene, esercitava la sua forza erosiva lungo le scogliere del Fenera, dando ad alcune grotte la loro attuale particolare forma e lasciando negli strati più profondi depositi di ciottolame, sabbie e resti di fauna marina corne è stato accertato da scavi nella grotta del « Ciu– tarum » a quota m. 650 (vedi opere di C. Conti). Le caverne, emerse definitivamente dalla fine del Terziario, danno alla nostra Regione preziose possibilità d'indagini sulle vicende geolo– giche ed umane di tutto il Quaternario, poiché le stazioni all'aperto di antica data sicuramente esistite qui ed altrove, sono state asportate dalle alluvioni postglaciali, che invece hanno risparmiato le grotte, <love, anzi, ai giacimenti più antichi altri continuarono a sovrapporsi, consentendoci cosi i più completi studi stratigrafici, paleoantropologici e paletnologici. Eppure, malgrado i tentativi intrapresi in passato pet valorizzare e far conoscere la ricchezza del nostro patrimonio scientifico, non ci ri– sulta che le grotte del Fenera siano state segnalate in pubblicazioni di carattere generale concernenti la preistoria. Ancora recentemente insigni studiosi hanno affermato che non si hanno conoscenze su stanziamenti umani del Paleolitico nel Piemonte e nella Lombardia occidentale. Da queste premesse, sulle quali abbiamo dovuto necessariamente insistere, hanno preso avvio le ricerche concernenti la presente rela-
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NzY4MjI=