BASA

334 Colloque d'archéologie CIL.,V,n.5911, V. negotiato / . RIS.CISALPIN.ET TRANSALPIN PATR.COLL.NAVT.COMENS. HERED.FAC.CVR. L'integrazione « negotiatoris » è del Mommsen. Il genitivo Helvetiorum è retto da civis o da negotiator? Comunque si puà pensare che egli intrattenesse negotia con l'Hel- vetia. Lo stesso Professore ritiene che sia la lettura « Lupercus » sia quella « Civis Helvetiorum negotiatoris » si possono ritenere esatte. 1 1 Il termine « negotiator con cui è indicato celui che figura nella nostra iscrizione (il quale indubbiamente dimorà nella zona viticola di Fara Novarese, vicino a quelle altrettanto note di Sizzano, di Ghemme, di Romagnano Sesia, di Gattinara, ecc.) ci suggerisce di ritenerlo un nego– ziante di vini, in quei tempi tante apprezzati dai cisalpini. T . Mommsen in « Le Provincie ro– mane da Cesare a Diocleziano », Roma 1887, p. 103, dice infatti: « La concorrenza commerciale d'Italia restringeva ancora più i limiti della viticultura gallica ». Quale via si praticava per raggiungere i transalpini? Oltre alle vie indicate dagli antichi Itinerari ve ne sono aitre ne! Novarese, che pure es– sendo molto frequentate, gli antichi Itinerari non nominano: una di queste la segnala il MOMM– SEN in «CIL.V », parte seconda « Italiae regionis IX Liguria, XI Transpadana », p. 734, LXXV, Vallis Ossolae): « Per Vallem Ossolae, quam hodie via transit per Alpem Simplonensem strata, etiam Ro– mana aetate viam factam esse titulo n . 6649 probatur ». Il titolo di cui è cenno è quello di Vogogna. (Vedere L. DE REGIBUS in « Atti R. Ace. Lig. di Stor. e Lett. », vol. II, fasc. III, Pavia 1942, e, l'Itinerario romano del Sempione, in « Atti Conv. Stud. e Rapporti Scienz. e Cult. Italo-Svizzero », Milano 1956). C. CARDUCCI, Vestigia di età gallica, in « Atti Congr. Varallo S.», 1960, Soc. Piem. Ar– cheol. BB.AA ., p. 215, riferisce: « ... non possiamo dimenticare Io Spluga, il passo di S. Giacomo, il passo S. Bernardino e soprattutto il Sempione che proprio per i ritrovamenti di cui verremo a parlare, all'imbocco del– l'Ossola ha trovato nuovi elementi per dimostrare la sua antichità. Attraverso questi passi i Galli, che seconda Trogo Pompeo nei loro territori dovevano affrontare disagi e discordie cau– sate dall'eccessiva popolazione, passarono per dilagare nella Pianura Padana ». Ancora il medesimo, Insediamenti celto-gallici e gallo-romani in Piemonte, in «Bol!. Soc. Piem. Archeol. BB.AA . », anno XX, 1966, p . 40, informa: « Alcuni ritrovamenti nell'Ossola ed il prezioso ausilio delle ricerche fatte da studiosi sviz– zeri nel Vallese ci permettono di seguire un itinerario leggermente diverse da quelle del Sem– pione e di identificare un altro valico di transita. La scoperta infatti di alcune tombe di età gallo-romana nelle valli sopra Domodossola, particolarmente raggruppate nelle zone di Masera, di Baceno e di Mozio stanno ad indicare nella Valle del Devero il percorso seguito da queste sparute guarnigioni che attraverso il passa dell'Arbola mantenevano i contatti con altrettante guarnigioni dislocate nella zona transalpina. Analoghi ritrovamenti con materiale assolutamente identico e contemporaneo, avvenuto nel lato svizzero nella Valle del Binn, sopra Briga, rappre– sentano la prova più valida di questa ipotesi ». Di notevole interesse è il ritrovamento del 16 agosto 1966, avvenuto ail'Alpe Forno, presso il passa Marini della Punta del!'Arbola, di un pugnale eneo, evidentemente mancante per rot-

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