BASA
Colloque d'archéologie 371 viltà, non dobbiamo dimenticare che le fonti latine e greche attribui– scono ai salassi specifiche qualità e capacità di lavoro a noi ancora oggi conosciute soltanto in modo molto limitato: le monete d'oro di influenza massiliota valgano d'esempio. Quello che ci colpisce è che per la conoscenza dell'antica storia della Valle d'Aosta ci possiamo valere quasi esclusivamente delle fonti scritte latine e greche, essendo limitatissimo l'apporto dei ritrovamenti archeologici di quel periodo. Siamo, poi, praticamente quasi all'oscuro sull'applicazione pra– tica della lezione romana da parte dei salassi più o meno romanizzati. Recentissime esperienze personali, anche se non ancora del tutto con– clusive, mi consentono di affermare che è possibile ritrovare resti di strutture murarie appartenenti a quel lungo periodo di storia che va dalla conquista romana ad almeno tutto il X secolo e che rappresen– tano appunto il frutto dell'insegnamento romano. Le strutture ritrovate in un vecchio forno da pane ed in una tor– ricella a Derby e nei ruderi di Jovençan, pur essendo simili ad aitre medievali o, addirittura, a quelle cosi indeterminate da essere difficil– mente databili, si distaccano in realtà da tutte queste, riallacciandosi invece a caratteristiche specifiche dell'edilizia romana. Tuttavia, e fino a quando ulteriori elementi non consentiranno una più esatta collocazione nel tempo, ritengo opportuno indicare queste costruzioni corne « eseguite alla romana ». Malgrado cio queste strutture sono estremamente interessanti per– ché appartengono a quelle forme di vita valdostana che rappresentano il naturale legame fra le espressioni più nobili e più evolute, direi addi– rittura quasi ufficiali, di quella parte della popolazione salassa che mag– giormente ha subito l'influenza della civilità romana e quelle estrema– mente semplici, quasi primitive di quella parte della popolazione ch~ meno subi l'azione civilizzatrice di Roma. Queste ultime forme, che a torto vengono di regola sottovalutate o addirittura ignorate, rappresentano a loro volta l'espressione delle tecniche costruttive e di sfruttamento delle risorse particolari consen– tite dalla zona da loro abitata, di quelle genti celto"liguri che durante quasi cinque secoli ed a proprie amare spese avevano imparato a vi– vere in una zona di montagna. Conoscere queste tecniche e studiarne la loro modesta evoluzione vuol dire risalire alle radici della più antica storia della Valle d'Aosta.
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