BASA

380 Colloque d'archéologie MONS. FRUTAZ, presidente: Per quanto riguarda la raccolta delle « fonti », non intendo fare un lavoro di alta filologia, ma soltanto un « enchiridion », seguendo le orme di Corrado Kirch, ideatore del prezioso Enchiridion fontium hi– storiae ecclesiasticae antiquae, che ha mutuato il materiale riprodotto dalle migliori edizioni antiche. Si tratta anche pet noi di pubblicare una raccolta manuale ricorrendo alle migliori edizioni. In seguito si farà di più e meglio, per ora occorre seminare altrimenti non si raccoglierà mai nulla. Questo intendo fare e nulla più: ricorrere ai codici per dare un solo estratto, sarebbe impresa di nessun valore pratico, perché le va– rianti di rilievo si trovano nelle edizioni critiche alle quali si intende ricorrere, altrimenti si andrebbe all'infinito. Se si desidera l'optimum non si arriverà mai al bonum. La raccolta che intendo preparare non ha altro scopo pratico che di facilitare l'accesso alle fonti, spesso sparse e, in provincia, non sempre facilmente a portata di mano. 1 ARCH. PROF. GIAMPIERO VIGLIANO, A proposito della tutela archeo– logica della città di Aosta. leri abbiamo visto dalle fotografie che ci ha fatto vedere la Signo– rina Mollo, gli scavi molto interessanti in Aosta, di un'insula. Cia– scuno di noi avrà pure rilevato la presenza di parecchi edifici incom– benti su quegli scavi. Il valore archeologico nella fattispecie è dimi– nuito grandemente dall'ambiente circostante, sciatto, ingombrante, in forte contrasto con il muto linguaggio dei resti romani. La cultura di oggi, che vede nel reperto archeologico, nel monumento, nell'ambiente antico la testimonianza delle civiltà del passato, documenti parlanti della storia, esige atteggiamenti e comportamenti coerenti. La coe– renza è anche e soprattutto un atto di coraggio, che si chiede in primo luogo a coloro che hanno la responsabilità della cosa pubblica. In una città corne Aosta, si sarebbe dovuto, sin da vent'anni fa, vincolare in un certo senso tutta l'area entro la cinta romana, considerandola un grande campo di ricerche archeologiche con proibizione assoluta di occupare le aree ancora libere. Sebbene con forte ritardo, si puà an– cora oggi fare quello che non si è fatto ieri. Regione e comune, con uno sforzo concorde, dovrebbero formate un piano di ricerche, che non c'è se non vado errato, e di graduale acquisto delle aree libere e

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