BASA
Colloque d'archéologie 397 spesso s'incontrano, assume altresl la funzione legante per l'insieme della struttura ed è la soluzione più immediata, condizionata solo dalla qualità e dalla misura del legname disponibile. L'arco, comunque rea– lizzato, è legato ad una tecnica costruttiva già evoluta. È largamente studiato e conosciuto. Le varie forme che si sono susseguite sono giunte nella zona alpina seguendo il lentissimo cammino dei progressi della tecnica nell'ambiente montano. L'architrave in pietra, infine, puo fornire elementi di studio di particolare importanza. Anche qui ab– biamo anzitutto la natura della roccia localmente disponibile che ne condiziona l'uso, la misura e la resistenza . Esaminando pero le antiche costruzioni, sia a secco sia con malta, ancora esistenti nelle diverse vallate delle nostre Alpi, s'incontrano di quando in quando interessanti esempi di architravi in pietra, e tra questi alcuni spiccano e presentano delle caratteristiche spiegabili solo con l'influenza di una antichissima tecnica costruttiva. Gli esempi ri– masti non sono spesso parti delle costruzioni originali; ma la loro esistenza si spiega comunque con quella pratica del reimpiego di ogni materiale utile, propria delle zone povere e comune in tutta la mon– tagna ove l'opera dell'uomo è fatica diretta ottenuta con scarsità di mezzi. Sono degli architravi speciali, che chiameremo lunati per di– stinguerli dagli architravi rettangolari. Hanno forma più o meno for– temente convessa o cuspidale nel lato lungo superiore; a volte assu– mono la forma di un arco pieno e legano all'accresciuta potenza della funzione portante una nobiltà di linea, un'impostazione architettonica in risalto sulla rozza muratura che spesso li accompagna. Gli archi– travi lunati sono stati certamente voluti e costruiti da chi non cono– sceva l'impiego dell'arco e doveva far fronte a maggiori esigenze co– struttive al di là delle necessità più comuni. La forma superiore ri– curva, legata alla struttura monolitica, risolve il problema del carico soprastante, non richiede tassativamente malta o leganti ed è certo il frutto di ripetute osservazioni pratiche, forse un primo ragionamento tecnico, se non un calcolo sia pur inconscio. Questi architravi lunati hanno spesso dimensioni e peso notevolissimi, e permettono delle lar– ghezze di apertura non realizzabili altrimenti, se non con degli archi veri e propri. È indubbio che chiunque sappia costruire un arco non ricorre ad un architrave lunato. La massa ed il peso di simili archi– travi ponevano dei problemi di sollevamento e di messa in opera ri-
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