BASA
400 Colloque d'archéologie 2) L'impiego dell'architrave lunato rappresentava pet allora, a parità quasi uguale di resistenza, la soluzione tecnicamente più van– taggiosa pet il minot peso del complessivo da mettersi in opera. 3) Questi architravi lunati, frutto di enorme lavoro, funzionali nell'uso e nel tempo, venivano certamente reimpiegati quando le co– struzioni, pet vetustà o aitre cause, cadevano in rovina o si volevano sostituire con aitre più idonee alla nuova necessità. Cià ne spiega la loto attuale esistenza. Abbiamo quindi tra di noi delle prove di una tecnica con origini certamente preromane. È della massima importanza censire gli esempi che ancora sussistono e le località ove si trovano, segnalarne l'impor– tanza pet salvaguardarne l'esistenza, studiarne le misure, le caratteri– stiche e la distribuzione in determinate aree geografiche. È un compito pet le Società locali, ed è un argomento che, coordinato ed elaborato, puà portare indicazioni della più grande importanza al problema del susseguirsi degli insediamenti umani nella catena alpina. Puà fornire elementi pet Io studio delle influenze mediterranee nell'evoluzione del sistema di vita dell'Europa continentale in epoca protostorica. Tutto cià, beninteso, non dimenticando che eventuali lacune o zone grigie possono essere tali solo perché localmente mancava il materiale idoneo alla realizzazione di questa tecnica primitiva. lNTERVENTO DEL PRESIDENTE Io vorrei pregare il sig. Doro di puntualizzare meglio la datazione di questi monumenti, perché alcuni recano segni cristiani. Si tratta cer– tamente di materiali riadoperati; sarebbe bene poter, per mezzo di pa– ragoni, per mezzo di studi più approfonditi fissare un po' meglio la datazione di questi monumenti. Non pensa Lei alla possibilità che i nostri muratori medievali abbiano imitato architravi lunati antichi...? ]EAN BARADEZ, Correspondant de l'Institut, membre de l'Académie de Savoie, représentant la Société savoisienne d'histoire et d'ar-
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