BASA

LXXXVI G. Donna d'O!denico scoprl in lui una spiccata attitudine artistica, si impegnà decisamente nella scultura del legno cosi da particolarmente distinguersi, tanto da meritarsi per ben cinque volte il primo premio annuale della Regione, e da essere incaricato della direzione dei corsi di scultura popolare nelle scuole di Aosta. Abbandonà poi tale insegnamento perché non ne condivideva i programmi. La scuola, egli afferma, è necessaria « ma bisogna che il maestro scultore insegni tecniche e non stili. L'estro dell'apprendista deve essere lasciato libero. L'arte popolare deve rispecchiare il vero volto del popolo che l'ha gene– rata, anche per contribuire alla salvaguardia dell'etnia locale. Inoltre l'arte deve rispondere alla passione e non alle esigenze del com– mercio » 17 • Nel parlare con François Cerise ci si accorge che egli ha finezza di sentimenti ed una conoscenza non comune, dovuta al suo molto leggere e vedere. Pare ce Io dica anche la sua casa cittadina, con non molti agi ma splendente di serenità, la sua raccolta di mobili, cose ed oggetti valdostani, la sua collezione di oltre mille chiavi antiche, ognuna diversa dall'altra, che formano il decoro della parete della scala: la sua casa di Gignod, dal soffitto con travi originari stemmati di Savoia e di Francia, nella quale ben sta, dipinta, l'arma dei Cerise originari d'Allein, quale la vediamo anche nelle !DEM, Un pâtre sculpteur: Hans Savoye, in Le Flambeau, anno XII, n. 1, Aosta 1965, pp. 52-73. IDEM, Panorama des arts valdôtains, Aosta 1965. L'opuscolo raccoglie 35 articoli apparsi a puntate in Le Flambeau, dal 1962 al 1964. Eccone l'elenco: Musée de l'art populaire valdôtain, in Le F., anno IX, n. 3, 1962, pp. 20-22; Sauvegarder notre architecture campagnarde, Les antiquités, La foire de Saint-Ours, La sculpture romane, Le palais Roncas, La chapelle de la Madeleine, in Le F., anno IX, n. 4, 1962, pp. 69-89; Le prix de peinture Valnontey, in Le F., n. 2, anno IX, 1962, pp. 46-47; Le lampes anciennes, Les sièges rustiques, Les boites, Les marques des « Flantse », La « tsaroppa » et le nécessaire pour barbe, « Lo granë », Les étains, in Le F., anno X, n. 1, 1963, pp. 7-18; Les dentelles de Cogne, Célestin Teppa, in Le F., n. 2, anno X, 1963, pp. 114-120; Le fléau, Les berceaux, Pendules Morbier in Le F., anno X, n. 3, 1963, pp. 15-22; Le jouet de l'enfant valdôtain, in Le F., anno X, n. 4, 1963, pp. 1-17; Les portes valdôtaines, La cuisine valdôtaine, Les masques, in Le F., anno XI, n. 1, 1964, pp. 9-26; Les paniers valdôtains, Les estampes, Le peintre Mus, La maison pour vacances, in Le F., anno XI, n. 2, 1964, pp. 26-38; Les meubles gothiques, Le secrétaire, Les belvédères, Le bourg de Bard, in Le F., anno XI, n. 3, 1964, pp. 19-33; Architecture valdôtaine, Le peintre Nex, Les santonniers, in Le F., anno XI, n. 4, 1964, pp. 58-75. BERTHOD (A.) e BÉRARD (0.), Panorama des Arts (F. Cerise, M. Péaquin), in Le Flambeau, anno XVI, n. 5, Aosta 1970, pp. 70-83 . 17 Questi giudizi del Cerise sono riportati nell'intervista fatta allo scultore dal Dott. Daudry e inclusi nel già citato volume di questo autore a pp. 84-85.

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