BASA
ANSELMO DI AOSTA NEL GIUDIZIO DEI CONTEMPORANEI Un'analisi critica dell'interpretazione della filosofia anselmiana seconda Karl Jaspers . di ADOLF ScHURR (Universitat Regensburg) Nella sua opera «Die gro~en Philosophen », comparsa nel 1957 (München), Karl Jaspers presenta la figura e la filosofia di Anselmo di Aosta, assegnandogli un posta di primissimo piano, e ponendolo al livello di Anassimandro, Eraclito, Parmenide, Plotino, cioè al livello di una metafisica « che si articola dalle scaturigini del pensiero » (in der « aus dem Ursprung gedacht wird » ). Se noi, nell'ambito del tema « i contemporanei di S. Anselmo », introduciamo l'interpretazione anselmiana di un filosofo del XX. se– colo, lo facciamo sulla base di una premessa, che propriamente dovrebbe esserci riconosciuta corne lecita. E' la premessa, seconda cui il pensiero di un altro, in quanta pensiero, non puà rimanerci inaccessibile, neppure se esso si articolà diversi secoli addietro: cioè il pensiero di un altro deve essere ripercorribile nel suo iter. E' possibile convalidare questa nostra premessa, con le parole stesse di Jaspers, seconda cui il pensiero, in quanta tale, « deve essere - in linea di massima - comprensibile e accessibile a tutti e in ogni momento storico » (39). Proprio a causa del carattere metastorico del pensiero corne pensiero, Jaspers, a proposito di altri filosofi, parla - non a torto - di « ewigen Zeitgenossen » cioè di « eterni contemporanei » (10). Con una tale premessa, abbiamo fatto luce anche sul problema del valore filosofico di un'indagine storico-filosofica. Ché, se non fosse possibile ricostruire il pensiero di un altro in quanta pensiero, non solo ogni indagine storico-filosofica sarebbe - da un punto di vista filosofico - perfettamente irrilevante, ma si dovrebbe anche af– fermare, di conseguenza, l'impossibilità di un dialogo filosofico.
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