BASA
196 A. Schurr Ad un'indagine storico-filosofica non resterebbe allora che racco– gliere dati di fatto purarnente esteriori e di scarso rilievo, cosa che neppure Jaspers condivide: « In nessun modo potremmo comprendere i filosofi corne una varietà di esseri, muniti di una immagine corporea, di una attività di pensiero, di vocazioni spirituali » (53). E tanto rneno è possibile - corne oggi sernbra essere di rno– da - cornprendere il pensiero dei filosofi corne espressione e riflesso dei bisogni della società. Cercare di chiarire il pensiero di un filosofo da un punto di vista psicologico e sociologico sarebbe certarnente falso; infatti il pensiero, in quanto tale, si schiude e si chiarisce solo su un piano rigorosarnente sistematico, per cui Jaspers a ragione deve constatare: « E' vana l'indagine filosofica che si fonda unicamente sul puro sapere storico della filosofia del passato. Un tale sapere è priva di agni impegno umano e conduce ad una ridicola rassegna del passato » (13). «Che agni pensatore appartenga al suo tempo e al suo am– biente, e debba essere storicamente inquadrato in questo, non esclude affatto che il suo linguaggio sia comprensibile ad agni uomo e in agni tempo» (59). Nel carattere sovraternporale del pensiero in quanto pensiero, Jaspers pone il criterio di « grandezza », « Gro~e », rnediante il quale il pensiero filosofico viene distinto da un pensiero che sia sern– plicernente legato ad un deterrninato rnornento storico, « blo~ zeit– gebunden ». « E' sintomo della grandezza di un pensatore la sua capacità di rendersi contemporaneo di tutta l'umanità, di esprimere cio che eccita le capacità umane, cio che le rispecchia, le incoraggia, le fortifica, le sprona. Un pensatore che sia solo legato al suo tempo [ ... ] non appartiene alla cerchia dei grandi» (59). Al criterio del valore rnetastorico, sovraternporale della rifles– sione filosofica, Jaspers aggiunge un secondo criterio di valutazione, quello dell'originalità: « [ ... ] il grande pensatore è originale nelle scaturigini del suo pensiero. Cio vuol dire che egli addita agli altri nuove possibilità di comprensione e di comprensibilità. L'originalità è nella sua opera, nella sua attività creativa, che non è identicamente ripetibile, ma accessibile ai posteri, in tutta la sua forza primigenia.
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