BASA
Anselmo di Aosita nel giudizio dei contemporanei 197 L'originalità è un salto nella storia. E' il miracolo di cio che è nuovo, di cio che non pno esse· dedotto dal momento storico precedente e dai presupposti dell'esistei1za, da cui pur deriva. L'originalità non è in una certa proposizione, ma nello spirito che l'ha pronunciata e che coordina questa, con tante aitre proposizioni. Spesso lo storico riesce, in un momento successivo, a rintracciare anticipazioni di talune formulazioni, sia pur fondamentali di un pen– satore. Ma B. esse erano sommerse in un altro contesta, davano l'impressione di un'idea momentanea, destinata ad esser dimenticata, perché erano state pensate senza la consapevolezza del loro senso integrale e delle loro conseguenze » (39). Il terza criterio di valutazione è l'indipendenza del pensiero (« Unabhangigkeit »), che, corne il valore metastorico e sovratem– porale, è necessaria implicazione del pensiero, in quanta tale. Jaspers la definisce ulteriormente corne indipendenza della « facoltà coordi– natrice suprema », della « ragione » (des « Allverbindenden », der « Vernunft »), corne indipendenza scevra da ostinata immobilità (« der die Starrheit fehlt »), « da puntiglio, da arroganza, da sapere dottrinarrio » (nicht die « Unabhangigkeit des Eigensinns, des Trot– zes , der festgehaltenen Doktrin ») ( 40 ). Se il pensiero filosofico è tale, che non puà essere spiegato sui piano psicologico e neppure in quanta condizionato da necessità so– ciali o legato ad un determinato momento della storia, allora esso va giudicato seconda il criterio - additato da Jaspers - di un valore sovratemporale, fondato sulla ragione. Se si riflette sui criterio adottato da Jaspers per contraddi– stinguere i « grandi » filosofi, è lecito pensare che un tal criterio sia stato desunto dalla stessa opera di Anselmo di Aosta. Se la speculazione di S. Anselmo si compie - non solo ta– citamente, ma espressamente - per il tramite del puro pensiero, se cioè il procedere dell'argomentazione si fonda sulla sala necessi– tas rationis (Mon., Pral.) allora non si esige altra conoscenza, che quella avente « valore metastorico ». E se l'unica conoscenza pos– sibile è quella che si fonda su criteri razionali di necessità, cià con– duce a quella « indipendenza » « Unabhangigkeit », per cui S. An– selmo stesso puà dire: spiritualis iudicat omnia, et ipse a nemine iudicatur (Op. omn., Ed . Schmitt II , 8). L' « Originalità di un grande pensiero », di una capacità crea– tiva geniale e ongmaria, non si puà illustrare meglio che con il trapasso della stesso S. Anselmo dal Monologion al Proslogion.
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