BASA

Anselmo di AoS1ta ne! giudizio dei contemporanei 201 Glaube angesichts der Offenbarung » (München, 1962), arrivi ad una interpretazione e ad un giudizio completamente diversi del pensiero anselmiano . Jaspers arriva infatti a formulare la tesi, seconda cui 'il credo nella Rivelazione stia a fondamento della filosofia anselmiana' e commenta: 'E' l'apparenza che inganna nel pensiero di questo grande filosofo' (63 ). Ed ancora: « Di fronte alla confusione delle correnti filosofiche odierne si potrebbe pensare di pater raggiungere l'altezza di un pensiero unitario, quale quello di Anselmo di Aosta [ ... ] . Ma cià è impossibile nell'attuale situazione spirituale, a mena che un filosofo non voglia aggirare l'ostacolo di questa situazione, senza prenderne nota, per raggiungere un pensiero limitato nella sua ingenuità, destinato ad un volgare diletto » ( 62 ). Se veramente il credo nella Rivelazione, costituisse la base di argomentazione nella filosofia di S. Anselmo, allora questi non sarebbe un filosofo, ma un teologo . Ma cià è in aperta contraddi– zione con la originaria interpretazione di Jaspers, seconda cui il pensiero anselmiano va inteso corne pura conoscenza razionale. Percià non comprendiamo pet quale ragione, oggi, il pensiero ansel– miano costituisca un triviale diletto, invece di venirci a liberare, quale pura conoscenza razionale, dal caos della odierna situazione spirituale. Questa revisione dell'interpretazione anselmiana, compiuta dalla stesso Jaspers, si puà spiegare in due modi: 1) o viene trascurata, o meglio sottovalutata l'originalità del pensiero anselmiano; oppure 2) si rinuncia in linea di massima al concetto di conoscenza filosofica, intesa corne conoscenza razionale. Come precisa Jaspers il pensiero anselmiano, seconda il cri– terio dell' 'originalità'? Jaspers rimanda alle analogie e alle differenze tra Monologion e Proslogion, corne esse sono viste dalla stesso S. Anselmo. In entrambe le opere egli cerca « di elevare la sua mente fino a Dio [di indagare per] comprendere razionalmente, cià che crede per fede ». 1 La differenza tra le due opere è accennata nell'unum argu- 1 « Die gro~en Philosophen », 730. (Pros!., Prooem. [ ...] erigere mentem suam ad contemplandum et quaerentis intelligere quod credit.)

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