BASA
246 F . Corvino traddetto dalla Sacra Scrittura 3 (ma in questo casa sarebbe difet– toso il nostro ragionamento, non verrebbe a mancare l'interiore ra– zionalità della verità). Molto si è discusso sul significato dell'espressione necessariae rationes. Parecchi critici si sono stupiti dell'audacia di Anselmo, della sua fiducia praticamente illimitata nel potere interpretativo della ragione, talché « egli non indietreggià - corne scrive il Gilson 4 - di fronte al compito di dimostrare la necessità della Trinità e dell'lncarnazione, impresa che Tommaso d 'Aquino dichiarerà con– traddittoria e impossibile » . Percià codesti critici hanno tentato in vari modi di attenuare la portata e la pregnanza di quelle necessariae rationes, o cercando di dimostrare che l'orizzonte entra il quale si muove Anselmo è pur sempre un orizzonte religioso (onde si finisce pet negare in lui agni pretesa razionalistica), o sostenendo che le necessariae rationes non sono altro che lo sviluppo dialettico di premesse accettate pet fede, cioè conclusioni necessarie ricavate pet via dimostrativa dal data rivelato. Non è nostro assunto ritornare su tale problema e discutere le diverse opinioni che sono state esposte dai critici a questo riguardo . Anche se ammettiamo che pet Anselmo il punto di partenza della ricerca sia la fede, nondimeno il suo fine è quello di scoprirne il fondamento razionale, mostrare l'intrinseca razionalità della verità, anche quando deve ammettere i limiti della ragione soggettiva umana, e quindi l'incapacità del– l'uomo, almeno in questa vita, di penetrarne i più profondi misteri. A questo proposito, giustamente il Mazzarella 5 ha distinto in Anselmo un duplice significato del termine « ragione »: uno ogget– tivo e un altro soggettivo. Quando infatti Anselmo usa le espres– sioni veritatis ratio, fidei ratio, intende indicare la razionalità, la coerenza e l'organicità della verità rivelata; ma « accanto a questo significato obbiettivo del termine ratio vi è un significato soggettivo, che esprime l'aspirazione del Dottor Magnifico a penetrare con un esame razionale il contenuto della fede » 6 • Percià per Anselmo « la fede è vera e incrollabile, l'indagine razionale ha pet compito soltanto di mostrare la verità interiore, la intelligibilità del dogma, 4 É . GILSON, La philosophie au moyen âge, 2~ ediz., Paris 1947, p. 242. 5 P. M AZZARELLA, Il pensiero speculativo di S. Anselmo d'Aosta, Padova 1962, p. 183. • Ibid.
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