BASA

248 F. Corvino dei limiti alla libera volontà di Dio, alla sua onnipotenza. Secondo questo punto di vista, la dialettica, ovvero la filoso:fia, e tutte le scienze escogitate dall 'uomo rimangono pur sempre strumenti che hanno un valore e un'utilità solo per l'uomo, nell'ambito dell'attività umana e dei discorsi umani, ma non possono scoprire, né tanto meno importe, regole necessarie all'agire divino , cui nulla è impossibile, e che pertanto ci puo essere noto solo attraverso una diretta rivela– zione da parte di Dio stesso. Questa posizione era stata ampiamente illustrata e resa esplicita soprattutto dal De divina omnipotentia di Pier Damiani 10 . Al contrario, sembra a prima vista che il modo di procedere di Anselmo si contrapponga nettamente a tale atteggiamento. Anche Anselmo riconosce i limiti della ragione umana, la quale non è in grado durante questa vita terrena di intuire f acie ad f aciem le più alte verità; tuttavia non si puo negare che più di qualsiasi altro egli ha cercato di provare, attraverso un rigoroso procedimento dimo– strativo o, corne dice lui stesso, « per necessarie ragioni », l'intrin– seca razionalità del contenuto della fede. Il fatto stesso che egli costruisca il suo discorso non moltiplicando le citazioni dei passi scritturali a sostegno di un dogma, ma cercando di far vedere che è pienamente conforme alla ragione cio che sappiamo per rivelazione, implica la convinzione che la verità rivelata ha una sua interiore coerenza e organicità, che il mondo della fede è retto da una rigida intelaiatura logica e che quindi la natura divina e l'azione divina, per quanto imperscrutabili nei loro più profondi misteri, tuttavia si regoJano secondo leggi e princlpi che sono in se stessi consoni alla necessità della ragione. Questo necessitarismo contrastava con il concetto della libera volontà e della libera iniziativa di Dio che altri pensatori del secolo XI - e sopra tutti Pier Damiani - avevano mirato ad accentuare, proprio per sostenere l'impossibilità da parte della ragione umana di conoscere le verità di fede senza una rivelazione da parte di Dio. Ora, non è che Anselmo voglia prescindere del tutto dalla rivelazione, che è guida e soccorso al- 10 S. PrnR DAMIAN!, « De divina omnipotentia » e altri opuscoli, testo cntlco con intr. e note a cura di P . Brezzi, con trad. it. di B. Nardi, Firenze 1943 : il De divina omnipotentia si trova da p. 49 a p. 161. Sul pensiero filosofico del Damiani, particolarmente importante è Io studio di J. GoNSETTE, Pierre Damien et la culture profane, Louvain 1956.

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