BASA
Necessità e libertà di Dio 249 l'uomo reso incerta dal peccato e dalla sua fragilità; ma egli è convinto che, una volta messo sulla buona via, l'uomo è in grado di comprendere le « ragioni necessarie » dell'azione divina. Ma corne si concilia tale necessità con la libertà del volere divino? Il problema non sfugge ad Anselmo, il quale si rende conto dell'urgenza di chiarire i concetti di volontà, di libertà, di potenza, per potersi opporre validamente alla tesi del volontarismo teologico. Il nostro intenta è appunto quello di studiare Io sviluppo del pensiero ansel– miano in relazione a questo problema, seguendo l'ordine cronologico degli scritti, poiché riteniamo che proprio riguardo a questo tema siano da distinguere fasi e momenti diversi nel corso della sua atti– vità speculativa. Diciamo subito che, a nostro avviso, tali fasi sono tre: la prima è costituita dagli scritti del periodo del priorato e dell'abbaziato al Bec - cioè dal Monologion (1076), dal Proslogion (1077-78) e dai quattro dialoghi De grammatico, De veritate, De libertate arbitrii e De casu diaboli ( composti negli anni 1080- 1090) -; la seconda fase è rappresentata dal Cur Deus homo (1094- 1098); infine l'ultima presa di posizione di Anselmo riguardo a questo problema si trova nel trattato, rimasto incompiuto e giuntoci frammentario, De potestate et impotentia, possibilitate et impossi– bilitate, necessitate et libertate. Il gruppo degli scritti del periodo del priorato e dell'abbaziato al Bec - quelli che vanno dal 1076 al 1092 seconda la cronologia stabilita dallo Schmitt 11 - si puà considerare, dal nostro punto di vista, corne appartenente a una sola fase del pensiero di Anselmo; d'altronde i frequenti richiami e rimandi dall'uno all'altro di questi scritti indicano chiaramente corne l'autore stesso li considerasse quasi corne parti di un unico sistema. La presa di posizione più significativa circa il problema che ci interessa si ha all'inizio del dialogo De liber– tate arbitrii 12 , ove Anselmo non tanto si preoccupa di date una definizione della libertà che sia valida solo per l'uomo (corne incon– dizionata possibilità di scelta tra bene e male, tra peccare e non 11 Cfr. F. S . SCHMITT, I ntorno all'« Opera omnia » di S. Anselmo d'Aosta, in: Sophia 27 (1959) pp. 220-231 (ove riassume le conclusioni dei molti suoi precedenti lavori sulla cronologia delle opere anselmiane). 12 « Libertatem arbitrii non puto esse potentiam peccandi et non peccandi. Quippe si haec eius esset definitio: nec deus nec angeli qui peccare nequeunt liberum haberent arbitrium; quod nefas est dicere »: De libertate arbitrii, cap. I , Opp. I , p. 207, 11-13.
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