BASA
252 F. Corvino cotte notare che non si puà parlare di rectitudo se non in relazione a un atto libero: tutto cià che agisce pet necessità di natura - corne il fuoco che scalda, un sasso che cade 22 - non puà essere valutato secondo il criterio della rectitudo, perché non è né veto né falso, né giusto né ingiusto. D'altra parte, mentre ogni rectitudo non è che la conformità a un modello ideale, il fondamento di tutte le rettitu– dini, il modello cui tutto si richiama, cioè Dio, è somma verità e somma giustizia pet se stesso, non perché si adegui a qualcosa di altro da sé: Considera quia, cum omnes supradictae rectitudines ideo sint rectitudines, quia illa in quibus sunt aut sunt aut faciunt quod debent: summa veritas non ideo est rectitudo quia debet ali– quid. Omnia enim illi debent, ipsa vero nulli quicquam debet; nec ulla ratione est quod est, nisi quia est. 23 Di conseguenza la libertà di Dio è una libertà che sussiste pet se stessa, non fatta né ricevuta da altri ; 24 essa non è altro che il po– tere della volontà divina, la quale non agisce pet un fine estrinseco, ma realizza se stessa. In conclusione, tutta l'analisi che Anselmo ha condotto intorno al concetto di libertà tende a dimostrare che la vera libertà, in quanto è una perfezione e un potere effettivo, non puà comportare se non la realizzazione di qualcosa di reale e di po– sitivo, e quindi esclude la scelta del male, che è non-essere. Tale identificazione del male col non-essere e del bene con l'essere è un tema tipico della tradizione platonica; ma in relazione a questo pro– blema la fonte diretta di Anselmo è, a nostro avviso, Boezio, che nel IV libro della Consolatio aveva affermato che solo i buoni sono po– tenti, in quanto riescono ad ottenere cià che vogliono, mentre i mal– vagi non hanno alcun potere, perché non realizzano nulla, in quanto il male è nulla; 25 e - aveva aggiunto Boezio - il sommo bene, cioè Dio, che è superiore in potenza a ogni altro essere, non puà fare il male: 26 infatti tale possibilità di commettere il male non è desi- 22 Cfr. De veritate, cap. V, Opp. I, p. 182, 1-6; cap. XII, Opp. I, p. 192, 11-13. 23 De veritate, cap. X, Opp. I, p. 190, 1-4. 24 « Libertas arbitrii alia est a se; quae nec facta est nec ab alio accepta, quae est solius dei »: De libertate arbitrii, cap. XIV, Opp. I, p . 226, 6-7. 25 BoEZIO, Philosophiae consolatio (tcsto con intr. e trad. di E. Rapisarda, Ca– tania 1961), lib. IV, 2, 24, p. 128. "' Ibid., lib. IV, 2, 40, p. 130.
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