BASA

256 F. Corvino e corretto tale possibilità non sarebbe una potentia, ma un'impo– tentia. E' chiaro quindi che nel Cur Deus homo l'idea dell'onnipo– tenza divina è molto più complessa e ricca di altri elementi che non nelle opere precedenti; ma proprio pet questo motivo la diffi– coltà di conciliare la necessità razionale dell'agire divino con il principio dell'assoluta libertà e onnipotenza del volere di Dio di– venta molto maggiore. Per trovare una soluzione, Anselmo ricorre ancora a Boezio, che nel V libro della Consolatio, trattando della questione della prescienza divina in rapporto ai futuri contingenti, aveva distinto due diversi concetti di « necessità »: c'è la necessità assoluta (necessitas simplex) che determina inevitabilmente un certo evento, e c'è la necessità condizionale (necessitas condicionis ), che è determinata dall'evento stesso, che, in quanto avviene, non puà non avvenire, benché la causa che l'abbia determinato sia una causa volontaria e libera. Scrive infatti Boezio: «Due sono le necessità, l'una semplice, corne ad esempio quella secondo cui tutti gli uomini sono mortali, l'altra condizionale, quale ad esempio questa: se tu sai che uno cammina, è necessario che egli cammini. Infatti quello che uno conosce non puà essere diverso da cià che è conosciuto, ma questa condizione non trae affatto con sé la necessità semplice. Giac– ché siffatta necessità non è determinata dalla propria natura, ma dalla condizione che vi si aggiunge; nessuna necessità infatti co– stringe a camminare uno che cammina di sua volontà, sebbene sia necessario che egli cammini nel momento in cui è in moto » 37 • Ri– prendendo la distinzione boeziana, Anselmo indica la prima specie di necessità con l'espressione necessitas praecedens e chiama l'altra è che recte, cioè secondo un linguaggio logicamente corretto, non si puà affermare che in Dio esiste quella impossibilità (e questa è una tesi diversa, per non dire opposta, da quella sostenuta nel Proslogion). Gli studi dell'Henry sulla logica di Anselmo, peraltro pregevolissimi, non tengono conto dell'evoluzione del pensiero del nostro autore. 37 BoEZIO, Philosophiae consolatio, ed. cit., lib. V, 6, 27-29, pp. 196-198: « Duae sunt etenim necessitates, simplex una, veluti quod necesse est omnes homines esse mortales, altera condicionis, ut, si aliquem ambulare scias, eum ambulare necesse est. Quod enim quisque novit, id esse aliter, ac notum est, nequit, sed haec condicio minime secum illam simplicem trahit. Hanc enim necessitatem non propria facit natura, sed condicionis adiectio; nulla enim necessitas cogit incedere voluntate gradientem, quamvis eum tum, cum graditur, incedere necessarium sit ».

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