BASA
Necessità e libertà di Dio 257 necessztas sequens 38 • Che egli abbia attinto direttamente da Boezio, è dimostrato dal fatto che si serve della stessa distinzione nel De concordia 39 trattando della questione del rapporta tra prescienza divina e libero arbitrio umano, cioè in riferimento allo stesso pro– blema per il quale Boezio l'aveva utilizzata. Perà nel Cur Deus homo la necessitas sequens non è soltanto la necessità del principio di non contraddizione, per cui, se una cosa è, non puà contemporaneamente non essere; essa indica altresi la « necessità dell'immutabilità >>' del volere divino, per cui, se Dio ha inizialmente voluto qualcosa con un preciso proposito, deve poi compiere tu_tta una serie di altri atti, perché quel proposito sia realizzato; cosi, nel caso particolare, Dio ha creato l'uomo perché fosse beato, ma, dato che l'uomo si è reso per il peccato indegno della beatitudine, Dio ha dovuto provvedere alla riabilitazione dell'uomo perché il suo proposito iniziale si realiz– zasse. Ma nessuna necessitas praecedens lo costringeva ad agire; nel corso del Cur Deus homo Anselmo sottolinea più volte la completa libertà e gratuità dell'azione divina e afferma che impropriamente si parla a questo riguardo di necessità; cià che noi chiamiamo ne– cessità non è altro che l'immutabilità della bontà e dell'onore di Dio ed è la sua stessa infinita potenza: Quae scilicet necessitas non est aliud quam immutabilitas honestatis eius, quam a seipso et non ab alio habet, et idcirco improprie dicitur necessitas 40 ... Quotiens namque dicitur Deus non passe, nulla negatur in illo potestas, sed insuperabilis significatur potentia et fortitudo 41 . Nonostante il brillante tentativo, la soluzione proposta non appare del tutto soddisfacente, e Anselmo stesso se ne rende conto, tanto è vero che egli promette di approfondire in un lavoro a 36 D. P. HENRY (The scope of the logic of saint Anselm, in : L'homme et son destin, Louvain-Paris 1960, p. 379) identifica la necessitas sequens di Anselmo non solo con la necessitas cum conditione di Boezio, ma anche con quella ex suppositione di Tommaso d'Aquino e con la necessitas consequentiae di Occam (cfr. della stesso Henry, The Logic of Saint Anselm cit., pp. 177-180). Per quanta riguarda la fonte di Anselmo, si potrebbe risalire al cap. 9 del De interpretatione di Aristotele (del resta citato dalla stesso Anselmo: v. Cur Deus homo, lib. Il, cap. XVII, Opp. II, p. 125, 21) e ai due commenti boeziani a quest'opera aristotelica; ma, poiché l'interpretazione di questo concetto è piuttosto duttile, noi riteniamo che la fonte diretta di Anselmo sia il sopracitato passa della Consolatio. 39 De concordia, quaestio 1, cap. II, Opp. II, p. 249, 6-9. '° Cur Deus homo, lib. II cap. V, Opp. II, p. 100, 24-26. 41 Cur Deus homo, lib. II cap. XVII, Opp. II, p. 123, 11-12.
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