BASA
Necessità e libertà di Dio 259 dividi passe, quod alia sit per se, alia per aliud 46 • Ma, mentre tale distinzione nel De grammatico era stata applicata soltanto ai nomi, qui viene applicata anche ai verbi : la significatio per se è quella che interessa il logico, mentre la significatio per aliud corrisponde all'usus loquendi, cioè al modo comune di parlare. L'attenzione viene quindi rivolta all'analisi del linguaggio comune, le cui forme espressive imprecise e talora improprie vengono ricondotte ai loro significati « propri » e catalogate seconda questi. Anselmo prende anzitutto in considerazione il verbo facere, essendo questo il verbo più generico, privo di contenuto preciso, allo stesso modo corne aliquid rispetto ai nomi è un termine cui si puà imporre ogni più vario contenuto. Dopo un'analisi sistematica di tutte le possibili varietà di facere (facere esse, facere non esse, non facere esse, non facere non esse), Anselmo esamina i casi in cui al verbo facere si sostituiscono passe, debere, velte, ecc. In altri termini, il problema del rapporta tra i concetti di potere, di possibilità, di impossibilità, di necessità, ecc. viene ridotto al problema logico dell'esatta inter– pretazione delle proposizioni modali. Percià le aporie derivanti dalla compresem~a nell'agire divino di una libera volontà e di una neces– sità logica vengono superate mediante il riferimento ai significati « propri » di velte, passe e debere . Le conclusioni che si possono trarre da questa breve indagine intorno a uno dei terni fondamentali del pensiero di Anselmo pos– sono essere molteplici. Anzitutto si puà notare il forte rilievo che ha per Anselmo la ricerca logica, l'analisi del linguaggio, fino al punto di ricondurre a questo tipo di analisi anche i problemi di filosofia generale o di metafisica: tale conclusione smentisce i giudizi dati da certi critici del secolo scorso, e talora ancora ripetuti, circa Io scarso interesse che Anselmo avrebbe mostrato per la logica e, più in generale, per un'indagine razionale che non prendesse spunto da una pregiudiziale accettazione fideistica della verità rivelata. In seconda luogo, è anche da rivedere il giudizio circa l'incidenza che puà aver avuto l'opera di Anselmo sugli sviluppi della logica medie– vale: per l'Henry Anselmo avrebbe contribuito a quella « artificia– lization of the Latin language for technical purposes » 47 , che è una " De grammatico, cap. XV, Opp. I , p. 161, 12-13. 47 D. P. HENRY, The Logic of Saint Anselm cit., p . 12.
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NzY4MjI=