BASA
XL Ovidio Lari Mons. Blanchet sapeva bene che la cultura, ogni cultura, ha i suoi limiti; pet questo non si chiuse mai nella sua cultura: restà radicato negli usi e i costumi della sua terra, ma fu anche aperto ai contributi di altre culture. Dopo l'ordinazione sacerdotale i suoi superiori Io mandarono ad esercitare il ministero nel meridione d'Italia e, tra quelle popolazioni di cultura diversa dalla sua, si trovà subito bene. Apprezzà e accolse quanto di bello, di vero, di buono trovà in quegli ambienti geografici e umani, donà a sua volta le ricchezze culturali che aveva portato dalla sua Valle. Della espe– rienza umana fatta nelle regioni meridionali serbà sempre un ri– cordo gradito. Negli anni del suo episcopato, quando andavano a trovarlo gli emigrati provenienti dal Sud e gli chiedevano d'essere aiutati nelle loro difficoltà, Mons. Blanchet rispondeva: «Ti aiuterà quanto posso, ma tu haî fatto male a venir via di laggiù; io - se potessi - ci ritornerei ». Non si trattava di complimenti o di bat– tute spiritose: era un uomo che possedeva cosl bene la sua cultura da saper apprezzare e assimilare anche quella degli altri. Una cosa che Mons. Blanchet aveva compreso molto bene è che la cultura ha bisogno di essere salvata e continuamente rinnovata dalla Chiesa e dal Vangelo. Anche in questo aveva anticipato il Concilia che, in una pagina molto profonda, ha detto: «Il Vangelo di Cristo rinnova continuamente la vita e la cultura dell'uomo deca– duto ... Con la sua ricchezza soprannaturale, feconda dall'interno, fortifica, completa e restaura le qualità e le doti di ciascun popolo. In tal modo la Chiesa, compiendo la sua missione, già con questo fatto stimola e dà il suo contributo alla cultura umana e civile e, mediante la sua azione, educa l'uomo alla libertà interiore » (G.S.58). Dinanzi alla cultura gli uomini si dividono in tre categorie: ci sono i consumatori, gli inquinatori, i produttori. Mons. Blanchet ebbe la volontà e la forza di essere un produttore di cultura, nella sua diocesi e per la sua diocesi. Le poche volte che prese delle posizioni forti, fu quando vide che la cultura del suo popolo minacciava d'inquinarsi. I suoi gesti non furono compresi, ma erano lineari ed obbedivano ad una logica rigorosa.
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