BASA

LXIV Ilo Vignono diecina di articoli sono stati raccolti da altri periodici quali « La Voce del Popolo » (1948), «Monti e Valli » (1959), « Alpinismo Milano » (1948), « C.A.I. » (1947), « Scàndere » (1949-1953), « Credere » (1940), «Il Risveglio Popolare » (1941); un'altra die– cina da « Lo Scarpone » (1941-1951) ed infine 12 articoli da « Mon– tagna ». Un mio giudizio su tale, sia pur modesta, produzione lettera– ria non direbbe nulla, essendo io, ripeto, ignaro di alpinismo, anche di quello semplicemente dilettantistico o poetico. Perà non posso tralasciare di fare alcuni rilievi che mi vennero spontanei dedican– domi, per la prima volta, a questo genere di letteratura. Forse pro– prio per questo oso dire che il mio giudizio puà avere un certo va– lore, essendo, per cosl dire, quello del comune ed ingenuo let– tore a cui potrà capitare tra mana il libro di Don Solero. Lo stile è senz'altro vivo, avvincente e, nel vero senso della parola, poetico, soprattutto nei primi articoli, quelli, diciamo cosl, di gioventü. Più posato, compassato e limato è lo stile degli ultimi articoli, ad esempio i due che ricordano la scomparsa degli alpinisti suoi amici Andrea Filippi e Paul Guitton, apparsi entrambi nel 1959, il primo su « Monti e Valli » ed il seconda su « Montagna ». Nei suoi scrit– ti c'è, evidente, una preferenza per le località e le montagne della Valle d'Aosta e del Gran Paradiso, corne luoghi a lui più noti e da lui più frequentati. Non mancano perà descrizioni, sempre di inec– cepibile precisione, per le Alpi della Savoia, per quelle Marittime e per le Dolomiti, vero segno che Don Solero non era solamente un « alpinista locale » ma aveva esteso le sue esperienze ben oltre la cerchia dei suai luoghi natli. Vi è, nei suai scritti, un'abbondanza di toponomastica che mi ha a volte sbalordito. Ogni cresta, ogni tor– rentello, ogni valloncello, ogni baita direi, ha il suo nome preciso, tantoché mi son chiesto più volte se Don Solero scrivesse i suoi articoli durante le sue ascensioni, od almeno, se ne prendesse ap– punti sommari, casa che a me sembra assai probabile . Se cosl fosse bisognerebbe ammettere in lui uno scopo ben preciso e ben lodevole: quello di far conoscere ad altri, attraverso gli scritti, le bellezze ·e le meraviglie della montagna, con la sua penna (non quella di alpino ma quella di pubblicista), limitata s'i, in un certo senso, ma sempre di– sponibile e disposta a quest'opera di divulgazione. Mi ferma qui.

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