BASA
CARLO LOVERA DI CASTIGLIONE Con la scomparsa di Carlo Lovera di Maria Marchese di Ca– stiglione, avvenuta a San Remo il 20 novembre 1973, è mancata una delle figure che hanno lasciato una impronta notevole nel mon– do della cultura e della vita sociale della Chiesa. Egli era nato a Torino, il 14 marzo 1884, dal Conte Stani– slao Lovera, della linea dei Marchesi di Maria (paese dell'alta Val Tinea nel Nizzardo) del ramo cuneese dei Conti di Castiglion Fal– letto, e da Maria Della Chiesa dei Conti di Cervignasco e Bene– vello. Sia il casato paterno, cosl corne quello materno, contrasse– ro sempre alleanze matrimoniali con le maggiori e più antiche fami– glie piemontesi, cià che per i discendenti costitul sempre un m– centivo ad affermarsi in virtù civiche e morali. Non è facile delineare un profilo di Carlo Lovera, che fu un uomo dai molti interessi spirituali, culturali e sociali, sulla cui for– mazione del carattere, almeno in gioventù, ebbe anche influenza l'eredità materiale e morale giuntagli dallo zio materno Carlo Al– berto Solaro della Margarita, figlio del Conte Clemente, il celebre ministro degli esteri di Re Carlo Alberto . Lo zio, e la di lui con– sorte, Teresa, nata dei Marchesi Gentile, nel loro grande dolore per aver perso l'unico figlio all'età di vent'anni, cercarono conforto chiamando presso di loro il giovane nipote Carlo Lovera, al quale poi lasciarono, con le terre ed il castello di Margarita, la grande biblioteca e l'archivio, che è tra i più importanti del Piemonte, in cui Carlo comincià a prendere amore alle ricerche storiche ed alla pubblicazione di studi piemontesi sulla base dei molti documenti inediti che aveva a portata di mano, valendosi della guida di quel Ferdinando Gabotto, oggi ingiustamente un po' dimenticato, al qua– le si deve la fondazione della Biblioteca della Società Storica Su– balpina e la vasta e fondamentale raccolta di documenti inediti pie– montesi.
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