BASA

Scultura Lignea di François Cerise LXXXI Fiera di S. Orso in Aosta, la quale impegna piacevolmente un grande numero di visitatori, non soltanto della regione, o piemon– tesi, liguri e lombardi 5 , ma anche di taluni paesi europei, princi– palmente della Francia, della Svizzera, della Germania e, seconda quanto mi è stato detto, fin anche dell'America. La Fiera di S. Orso rappresenta un grosso fenomeno regionale e direi che il nome del santo a cui si intitola, l'epoca e l'ambiente nel quale essa si svolge, costituiscono, di per sé, un fattore psico-emotivo che suscita l'en– tusiasmo dei partecipanti e degli invitati, e che va a vantaggio del mercato nel quale gente di diversa impressionabilità e cultura si mescola anche con gente semplice, più che altro interessata al– l'acquisto di attrezzi rurali e di qualche intaglio minore: piccoli oggetti zoomorfi per divertire i bambini, statuette sacre rispondenti a personali pie devozioni, o grolle alle quali porteranno le labbra giovani sposi nel giuramento del loro amore, od amici per sigillare la sincerità dei loro incontri. Si ritiene che la Fiera di S. Orso, che ora si svolge il 31 gen– naio di ogni anno, abbia una tradizione anteriore al Mille, perché la sicura documentazione pervenutaci in atti del 1206 e del 1243 ne lascia presumere una ben maggiore antichità 6 • Certo la sua importanza, specialmente nei secoli passati, era connessa al transita vivificato dalle grandi vie transalpine del Piccolo e del Grande S. Bernardo, tanto più che in età medievale la fiera si svolgeva all'inizio della primavera, quando cioè le strade erano più praticabili e l'arrivo della bella stagione, dopo la lunga sosta invernale, <lava l'avvio alla ripresa dei commerci e dei pellegrinaggi. Nel medioevo il movimento commerciale avveniva non solo per l'afflusso di gente dalle valli aostane, ma anche per quello proveniente dalle regioni confinanti della Francia e della Svizzera. Cià tanto più quando il sale, che era alla base di molti scambi commerciali, giungeva ancora in quota notevole dalle miniere di salgemma della Tarantasia e del 5 Molti sono tra colora che posseggono ville od alloggi residenziali in Valle d'Aosta, e che il contatto con l'ambiente regionale ha reso sensibili alla vita culturale valdostana. • Cfr. DAMIANO DAUDRY, op. cit., pp. 33-36, e si veda anche R ENÉ W1LLIEN, L'une des plus anciennes, des plus surprenantes, voire des plus mystérieuses foires du monde, in «Saint-Ours, Foire Millénaire», Genova 1970, pp. 9-15; nonché F. G. FRUTAZ, La foire de Saint-Ours à Aoste, in « Augusta Praetoria », II• année, décembre 1920, n. 11 , pp. 243-248.

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