BASA
Notizie storiche su Ivrea 75 chele dell'ordine de Cisterciensi, quando, essendo stato promosso a questa catedra vescovile monsignore Fr. Alberto Gonzaga dell'Or– dine delli PP. Minori Conventuali, desiderando di vedere in questa sua città un colegio di vergini del suo instituto, avuto prima il consenso del reverendissimo capitolo e delli signori credendarii e governatori della città et annuenza del parocho di S. Maurizio, fece acquisto di una casa propria del signor Jofredo de Tagliendis, posta nella presente città et nella parochia sudetta di S. Maurizio, per il prezzo di cento cinquanta lire imperiali per construere in quella et fondarvi un monastero ad onore di S. Chiara et sotto l'instituto e regole del serafico padre S. Francesco, [ 103] nel quale, ridotto in debita forma nell'anno 1300, vestirono l'abito religioso cinque figlie delle più distinte e raguardevoli famiglie della presente città et a tempo debito ne fecero la solenne proffessione e voti. Tal casa, secondo tutte le congetture, si crede essere quella che presen– temente possiede il signor avocato Alberga in quella parte che cohe– renzia con li eredi del fu signor Giuseppe Bolletino; qual casa Bol– letino è semovente dal capitolo, non essendovi altra in dette parti soggetta a tal corpo, et risultando dall'instromento del 1298 esser coherente alla casa dal detto vescovo per tal fine accomprata il capitolo (sic). Era intenzione del vescovo Gonzaga che dette religiose non possedessero cosa alchuna, ma vivessero di pure elemosine. Pure queste non essendo sufficienti per il mantenimento di dette monache, non ostanti le attenzioni et sollecitudini del detto vescovo assai luoro benevolo et caritatevole, et di molti altri facoltosi cittadini che luoro erano ben affezionati, [ 104] fu da Bonifacio ottavo, Sommo Pontefice, ordinato doversi provedere di beni stabili suffi– cienti per lo mantenimento di quelle religiose che professassero il serafico instituto nel sudetto nascente monastero; per la qual cosa esso vescovo assegnò alchuni stabili per dote del sudetto et il signor Ugonino del fù signor Giacomo De Solerio, di sua spontanea vo– lontà donò al mentovato monasterio una casa più capace di quella, nella quale allora abitavano le religiose et in cui, come più conve– nevole, si portarono ad abitare, quale ritrovavasi al fondo della
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