BASA
94 P. G. Robesti poste in un'urna di pietra sotto all'altare [ 142] et nella mensa della capella stata a spese della città edificata ad onore del medesimo santo. Stettero in detta urna riposte le sudette reliquie per sino al– l'anno 17 42 in cui il vescovo Di Villa, osservando essere ( 51 ) l'al– tare di detta capella in luogo basso con dietro un terrapieno per cui la muraglia istessa ne soffriva, giudicò spediente di rimovere dal det– to altare le ossa di questo santo nostro prottettore, avendone so– spesa la capella. Aperto per tanto il di lui avello, questo si osservò disgiunto dal suo coperchio, per essere marcita la calcina et nella cavità del medesimo penetrata una parte di terrume che si trovava dietro del medemo, per la qual cosa, doppo di aver rimosse dal detto luogo le ossa maggiori, convenne ricercare nello sudetto terrume li fragmenti che in esso si erano framischiati; il che arrecò non poca pena e fastidio; et io stesso ne ricercai attentamente di [ 143] compagnia di alchuni ecclesiastici ivi astanti et ne estrassimo molti piccoli fragmenti, li quali uniti alle altre ossa si sono, d'ordine del sudetto vescovo ivi presente, sigillati in una tovaglia bianca et riposti nel sacrario delle altre reliquie de Santi che si conservano nella Cat– tedrale, senza che di questo santo sia seguita per ciò veruna sol– lennità; nel qual sacrario anchor al presente sono custodite. In essa urna si ritrovò parimenti, come si è detto sopra nella invenzione del corpo di S. Besso suo compagno, una lastra di piombo in cui veniva descritto il tempo in cui furono in essa urna riposte le sagre spoglie di questo santo martyre, per identità del corpo me– desimo, unitamente alla croce di legno inargentata per servire di contrasegno essere stato questo santo martire ascritto anche egli alla legione tebea che diede al cielo tanti santi quanti si contavano li suoi soldati. (51) Segue la parola detta, espunta con frego d'inchiostro.
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