BASA

104 P. G. Robesti mente pescato in detto lago et di tal sua pescaggione ricavato un utile assai considerabile, essendosi di questo in confessione accusato, fu dal confessore obbligato a farne la restituzione alla chiesa a cui detto lago apparteneva; et per essere in tal tempo vacante la cattedra vescovile, in adempimento dell'obligo dal confessore ingiuntogli, questi si portò nella sagrestia del duomo dove ritrovavansi li cano– nici per la uflìziatura congregati et ivi incolpandosi d'essere di qualche incerta somma contabile verso detta chiesa, gli pregò di voler accet– tare in scarico della sua conscienza una somma di danaro da con– vertirsi nella construzione di una croce di argento per uso delle processioni, [ 163] obligandosi egli di quella portare in tutte le occorrenze delle processioni generali; al che il capitolo aderendo, fu dal pescatore sborzata la somma sufficiente per la construzione della detta croce, et quella dal capitolo impiegata in tale uso, et pendente sua vita fu sempre questa croce dal pescatore in penitenza delli suoi peccati portata in tutte le proccessioni generali. In memoria del che si è fatta formare una pittura sopra la porta della Cattedrale, che dal campanile verso li claustri corisponde, in cui vedesi in un'antica pittura il pescatore vestito di bianco che offerisce alla beatissima Vergine, dipinta a sedere col Bambino Gesù fra le brac– cia, la croce sudetta tale quale si osserva presentemente. Fu adonque tal croce ritrovata nel lago Cereo, perchè il danaro ricevuto dal pescatore per li pesci indebitamente in esso presi si convertì nella sudetta; et veramente era il medemo cieco, non fa– cendo la dovuta restituzione alla chiesa a cui et non ad altre, tal lago apparteneva ( h ) • (h) Tra le pagine 162 - 163 del ms sono inseriti due fogli, l'ultimo dei quali è in bianco. Nel primo foglio (recto e verso) leggesi la seguente nota, di mano diversa, della fine del sec. XVIII o dell'inizio del XIX. Nella croce d'argento che si porta dalla Cattedrale d'Ivrea nelle pro– cessioni generali esiste nel fine d'essa una pietra azzurra della larghezza et altezza d'un'oncia circa, sulla quale, a caratteri d'oro, è scritto: Hoc signum crucis exegit Bartholomeus Bonora Vercelli. Gen. 1502 Nel libro detto del Tesoro è notato al proposito di questa croce quan– to infra: « 1500, 1 febr. Extracti fuerunt duo scuti de sole in pecunia dati

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