BASA

Duemila anni di civiltà urbana 121 in tutti 1 particolari. Fino al 1912 si conosceva solamente l'illustra– zione dello strumento, rappresentato a rilievo sulla stele funeraria eporediese di Aebutius Faustus mensor 13 • Qui la groma appare smontata nei suoi elementi essenziali, la cui nomenclatura era nota dalle fonti: il ferramentum verticale di sostegno dell'intero appa– recchio; i quattro cornicula costituenti l'elemento cruciforme capace di determinare, una volta collegato orizzontalmente con il ferramentum, due direzioni ortogonali, con l'ausilio dei fili a piombo, nerviae et pon– dera. Ma soltanto quando a Pompei il Della Corte ebbe trovato, e dopo il restauro ebbe ricomposti e ricollegati tra di loro gli elementi me– tallici di una vera groma 1 4, fu possibile rendersi conto dell'esatta forma e delle dimensioni precise (un piede di lunghezza) dell'elemento di raccordo tra ferramentum e cornicula, non illustrato sul rilievo di Ivrea, detto però nelle fonti umbilicus, atto a risolvere il problema di lavorare con uno strumento fissato solidamente al terreno e insieme agevolmente e senza intralci manovrabile nei suoi elementi mobili. I gromatici o mensores operavano anche presso le legioni, ed è infatti quasi un luogo comune il dire che ad Aosta, come in molte città, da Ostia a Torino, a innumerevoli altre, in Italia e nelle province, fu adottata la cosiddetta forma castrensis 15 : quella pianta 13 C.I.L., V, 6786; I.I., XI, 2, Eporedia, cur. G. CoRRADI, n. 11. 14 M. DELLA CORTE, Grama, in Man . ant. dei Lincei, XXVIII (1922), pp. 5 sgg. 15 Naturalmente con le cautele e le distinzioni che un'affermazione del genere comporta: abbastanza recisa in F. CASTAGNOLI, Ippodamo di Mileto e l'urbanistica a pianta ortogonale, Roma, 1956, p. 94 (« un modo evidentemente ispirato dalla pianta dell'accampamento; .. .i migliori esempi sono Torino e Aosta»), ma in seguito attenuata: In., Orthogonal Town Planning in Antiquity, Cambridge, 1971, p. 115. Invece G. TrnrLETTI, La struttura topografica antica di Pavia, in Atti del Convegno di studio sul centro storico di Pavia, 1964 (pubbl. 1968), pp. 11-12 (dell'estr.) dichiara che« l'idea popolare secondo la quale Aosta non sarebbe che un accampamento militare è da eliminare: ben si vede che mentre nell'accampamento gli uomini dormivano in camerate comuni, uomini e donne della città di Aosta, cioè le singole famiglie, dovevano disporre di case individuali»: certo le innegabili differenze funzionali rendono complesso e ricco di sfumature il problema dei rapporti tra città e castrum. Ciò sia sul piano

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