BASA

Duemila anni di civiltà urbana 131 zazione fu l'aspetto esteriore che in quel determinato momento storico assunse (nè forse avrebbe potuto diversamente), in questa determinata area geografica, il fenomeno veramente qualificante di un processo diretto ad una maturazione civile: cioè, appunto, come s'è detto, al– l'urbanizzazione. « Qu'est-ce qu'une ville? ... est la conscience qu'ont ses habitants d'appartenir à une communauté » si domandava, e rispondeva, qual– che anno fa, in un convegno sull'urbanistica antica, un relatore fran– cese, il Frézouls 62 : cui uno studioso italiano, lo Stacciali, repli– cando precisava: « la coscienza ... di appartenere a un organismo ur– bano diverso e distinto da altri tipi di insediamento» 63 • Una presa di coscienza, dunque: e ce ne hanno lasciato testimonianza viva, pur nella frammentarietà delle fonti storiche ed epigrafiche superstiti, gli 'Aouyoucr"t'rxvo(, Sopùq>opo~ ed incola; qui se in coloniam contulerunt. Non sarebbe tuttavia città, se la presa di coscienza non si concre– tasse in una sede fissa: il centro direzionale di un'area produttiva (pastorale, agricola, mineraria, commerciale) reso visibile e tangibile mediante la presenza materiale di edifici e di spazi definiti, corri– spondenti alle diverse esigenze della vita civile 64 • Di ciò Aosta offre una documentazione quasi paradigmatica, proprio perchè la ricostru– zione della sua storia e del suo aspetto antico è stata ed è opera quasi esclusiva di archeologi 65 • 62 E. fRÉZOULS, Metodo per lo studio dell'urbanistica, strutture e infra– strutture delle città antiche d'Occidente, in Atti III Congresso Ce.S.D.I.R., pp. 97-98. 63 R. STACCIOLI, Replica al FRÉZOULS, cit., (cfr. Rif. bibl. preced.), p. 91. 64 FRÉZOULS, cit., pp. 82 sgg.: concetti, del resto, già organicamente ela– borati da G. BENDINELLI, Criteri-base da servire per la ricostruzione planime– trica di città romane del Nord-Italia, in Cisalpina, 1959, pp. 275 sgg. 65 Oltre a quanto di Aosta romana e dei suoi monumenti si dice da BARO– CELLI, Forma Italia?, cit., e Carta archeologica, cit., e dagli altri autori menzionati in queste note (ai quali si affiancano degnamente i capitoli iniziali in V. VIALE, M. VIALE FERRERO, Aosta romana e medioevale, Torino, 1966, pp. 7-30 e A. ZANOTTO, Aosta, Aosta, s.d., pp. 7-13 e 23-36), si ricorderà, in particolare, per

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