BASA

Gli Artari di Arogno 293 Il Tibaldi sul giornale « Venerdì della Contessa » fa di lui il seguente ritratto: « Sia dovuto il fatto ad atavismo, a più lunga pre– parazione, a studi più accurati ed a genio ingenito, ma per unanime consenso, dei tre fratelli, Antonio Artari è riconosciuto il più valente per larghezza, eleganza di disegno, stemperamento di colori. Egli non coltivò la sola pittura da chiesa; fu anche fino paesista, acquarellista e artista di vaglia. I suoi ritratti più riusciti sono quelli dei Vescovi Due e Jans, del conte Edoardo Crotti, Deputato di Verrès, della Con– tessa Crotti, nata De Mercy d'Argenteau, dell'avv. Remigio Chevalier, dell'avv. Defey Presidente del « Club », sindaco d'Aosta e del ca– nonico Edoardo Bérard. ·Dipinse ad acquarello il busto della signora Vallino ed a tempera quello della signora Maria Cuaz. In linea di paesaggio le migliori tele sono: il Gran Combin, l'orrido di Pré-Saint– Didier, il chiostro ed il priorato della Collegiata di Aosta, la Porta Pretoria, il panorama di Verrès ed il suo castello. Merito incontestato dei paesaggi di Antonio Artari è l'esattezza, la sincerità. Egli non cerca l'effetto scenico, l'armonia dei colori, i giuochi di luce, non segue nessuna direttiva scolastica, non ubbidisce a verun precetto accademico; ritrae la natura quale è col colore che le appartiene. Si osservi il panorama di Verrès: i prati hanno il verde metallico delle nostre conche, il cielo « sì bello quando è bello », il suo turchino carico, il castello, la sua patina bruna, i monti la loro tinta scura; qualche sprazzo sanguigno non stonerebbe nel quadro; esso non c'è ed egli non lo mette. Lo stesso dicasi dell'Orrido di Pré-St-Didier; un riflesso di sole farebbe appariscenza nella caligine della forra, ove col selvaggio fragore precipita il torrente, spumeggia, flagella le sponde e,corrode i macigni che ostacolano il suo corso. E' forse questo amore indefettibile del vero che nocque alla fama del pittore valdostano, che non consentì che la gloria gli de– cretasse la fronda penea, che fortuna gli arridesse. Il pubblico pre– dilige le tele ove la luce, i colori, l'ordinamento del disegno seguono tecnica prestabilita, corre la moda che esalta gli impressionisti. Il nostro Artari dipingeva invece a ritroso dell'impressione, aborriva il

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